Lexicon of modernity

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Juan de Cabriada, Carta filosofica, medico-chymica. En que se demuestra que de los tiempos, y experiencias se han aprendido los mejores remedios contra las enfermedades. Por la nova-antigua medicina, Madrid, [Lucas Antonio de Bedmar y Baldivia, 1687].

Car, au grand désespoir des historiens, les hommes n’ont pas coutume, chaque fois qu’ils changent de mœurs, de changer de vocabulaire. M. Bloch, Apologie pour l'histoire ou métier d'historien (1949)


Il Lexicon della modernità si propone come uno strumento per affrontare alcuni problemi propri della metodologia storica.
Normalmente la scrittura della storia opera con una terminologia procedente dalla storia stessa. Termini tali come: "uomo", "Dio", "pace", "guerra", "amore", storia, libertà, ecc. si riutilizzano in maniera acritica, vale dire, avulsi da una osservazione sul sistema sociale nel quale s'impiegavano. Il risultato di questo uso provoca una serie di ambiguità semantiche e di anacronismi. Queste ambiguità e anacronismi possono essere a loro volta indicatori di cambiamenti strutturali, questo implica rinunciare alle pretese di univocità e di eucronia in virtù delle quali questi fenomeni dovrebbero essere corretti. La comune opinione dell'anacronismo in quanto peccato storiografico imperdonabile[1] potrebbe essere superata considerando l'essere contra il tempo (ἀναχρονισμός) in quanto prova indiziale di ciò che è abituale nell'operazione storiografica: una observación que se realiza sempre en el presente. A partire di questa unità inosservabile si costituisce la distinzione passato/futuro.
La cosiddetta ambiguità semantica potrà essere considerata come sintomo correlato del cambiamento della struttura sociale e nel contempo come fattore di orientamento per le comunicazioni del sistema sociale. Precisamente en la semantica dei testi, nella semantica colta, si potrà seguire la autodescrizione della società e la costruzione del mondo.

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References

  1. Si veda per esempio, Carlo Ginzburg, Our Words, and Theirs, in Historical Knowledge, eds. Susanna Fellan y Marjatta Rahikainen, p. 98: "The former alternative [...] leads nowhere: at times, the resilience of intrinsically ambiguous words conceals the change in their meanings; at others, similar meanings are concealed by a multiplicity of terms. We are left with the other alternative, which is risky: terms like 'factory system' for instance, may seem to be a substitute for analysis, hence promoting 'anachronism: the most unpardonable of sins in a time-science". La riflessione di Carlo Ginzburg a sua volta prende spunto da Marc Bloch, Apologie pour l’Histoire ou Métier d’Historien, Cahier des Annales, 3. Librairie Armand Colin, Paris, 2e édition, 1952, p. 96:"Mal choisi ou trop mécaniquement appliqué, le symbole (qui n’était là que pour aider à l’analyse) finit par dispenser d’analyser. Par là, il fomente l’anachronisme : entre tous les péchés, au regard d’une science du temps, le plus impardonnable.". Per altri possibili usi dell'anacronismo si veda Nicole Loreaux, Éloge de l'anachronisme en histoire in Les voies traversières de Nicole Loraux. Une helléniste à la croisée des sciences sociales, Espace Temps, Année 2005, 87-88, pp. 127-139; Jacques Rancière, Le concept d'anachronisme et la vérité de l'historien, L'Inactuel n°6, Calmann-Lévy, 1996, p.53-68.


Article by Martín M. Morales.
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The text of this page has been reviewed and approved by the Observations on modernity (ISBN: 9788878393950; DOI: 10.5281/zenodo.1483194) editorial board.
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