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<p style="font-size:80%;text-align:right">''Car, au grand désespoir des historiens, les hommes n’ont pas coutume, chaque fois qu’ils changent de mœurs, de changer de vocabulaire''.  M. Bloch, ''Apologie pour l'histoire ou métier d'historien'' (1949)
 
<p style="font-size:80%;text-align:right">''Car, au grand désespoir des historiens, les hommes n’ont pas coutume, chaque fois qu’ils changent de mœurs, de changer de vocabulaire''.  M. Bloch, ''Apologie pour l'histoire ou métier d'historien'' (1949)
 
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Il ''Lexicon della modernità'' si propone come uno strumento per affrontare alcuni problemi propri della metodologia storica.<lb/>Normalmente la scrittura della storia opera con una terminologia procedente dalla storia stessa. Termini tali come: "uomo", "Dio", "pace", "guerra", "amore", storia, libertà, ecc. si riutilizzano in maniera acritica, vale dire, avulsi da una osservazione sul sistema sociale nel quale s'impiegavano. Il risultato di questo uso provoca una serie di ambiguità semantiche e di anacronismi. Queste ambiguità e anacronismi possono essere a loro volta indicatori di cambiamenti strutturali, questo implica rinunciare alle pretese di ''univocità'' e di ''eucronia'' in virtù delle quali questi fenomeni dovrebbero essere corretti. Aldilà del presupposto comune dell'anacronismo in quanto ''peccato storiografico''<ref>Si veda per esempio, Carlo Ginzburg, ''Our Words, and Theirs'', in Historical Knowledge, eds. Susanna Fellan y Marjatta Rahikainen, p. 98: "The former alternative [...] leads nowhere: at times, the resilience of intrinsically ambiguous words conceals the change in their meanings; at others, similar meanings are concealed by a multiplicity of terms. We are left with the other alternative, which is risky: terms like 'factory system' for instance, may seem to be a substitute for analysis, hence promoting 'anachronism: the most unpardonable of sins in a time-science".</ref>
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Il ''Lexicon della modernità'' si propone come uno strumento per affrontare alcuni problemi propri della metodologia storica.<lb/>Normalmente la scrittura della storia opera con una terminologia procedente dalla storia stessa. Termini tali come: "uomo", "Dio", "pace", "guerra", "amore", "storia", "libertà", ecc. si riutilizzano in maniera acritica, vale dire, avulsi da una osservazione sul sistema sociale nel quale s'impiegavano. Il risultato di questo uso spesso è considerato come instauratore di una serie di ambiguità semantiche e di anacronismi. Queste ambiguità e anacronismi possono essere a loro volta indicatori di cambiamenti strutturali, questa osservazione sarà possibile se si mettono da parte le pretese di ''univocità'' e di ''eucronia'' in virtù delle quali questi fenomeni dovrebbero essere corretti. La comune opinione dell'anacronismo in quanto ''peccato storiografico imperdonabile''<ref>Si veda per esempio, Carlo Ginzburg, ''Our Words, and Theirs'', in Historical Knowledge, eds. Susanna Fellan y Marjatta Rahikainen, p. 98: "The former alternative [...] leads nowhere: at times, the resilience of intrinsically ambiguous words conceals the change in their meanings; at others, similar meanings are concealed by a multiplicity of terms. We are left with the other alternative, which is risky: terms like 'factory system' for instance, may seem to be a substitute for analysis, hence promoting 'anachronism: the most unpardonable of sins in a time-science". La riflessione di Carlo Ginzburg a sua volta prende spunto da Marc Bloch, ''Apologie pour l’Histoire ou Métier d’Historien'', Cahier des Annales, 3. Librairie Armand Colin, Paris, 2e édition, 1952, p. 96:"Mal choisi ou trop mécaniquement appliqué, le symbole (qui n’était là que pour aider à l’analyse) finit par dispenser d’analyser. Par là, il fomente l’anachronisme : entre tous les péchés, au regard d’une science du temps, le plus impardonnable.". Per altri possibili usi dell'anacronismo si veda Nicole Loreaux, ''Éloge de l'anachronisme en histoire'' in ''Les voies traversières de Nicole Loraux. Une helléniste à la croisée des sciences sociales'', Espace Temps, Année 2005, 87-88, pp. 127-139; Jacques Rancière, ''Le concept d'anachronisme et la vérité de l'historien'', L'Inactuel n°6, Calmann-Lévy, 1996, p.53-68.
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</ref> potrebbe essere superata considerando l'''essere contro il tempo'' (ἀναχρονισμός) in quanto prova indiziale di ciò che è abituale nell'operazione storiografica: una osservazione che si compie sempre nel presente. A partire da questa unità inosservabile si costituisce la distinzione passato/futuro.<lb/>
* [[Lexicon of incipient modernity/Entries#Done|Done]]
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La cosiddetta ''ambiguità semantica'' potrà essere considerata come sintomo correlato del cambiamento della struttura sociale e nel contempo come fattore di orientamento per le comunicazioni del sistema sociale.  Precisamente nella semantica dei testi, nella semantica colta, si potrà seguire la ''autodescrizione'' della società e la costruzione del mondo.<lb/> I concetti, così come ogni comunicazione, ''prendono il loro tempo'' vale a dire si ripetono nel suo significato sociale. Questo uso ''condensato'' e ''ripetuto'' è la semantica.<br>
* [[Lexicon of incipient modernity/Entries#Assigned|Assigned]]
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Il Lexicon si propone di storicizzare la semantica, intesa anche come il deposito di significati pronti da essere utilizzati e attualizzati nella comunicazione. Indicare gli eventuali mutamenti della semantica potrebbe essere un modo per individuare le fase evolutive della struttura sociale.<lb/>
* [[Lexicon of incipient modernity/Entries#To assign|To assign]]
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In questo senso, il ''Lexicon'' potrebbe essere un aiuto per chi vuole storicizzare lo sguardo: non tanto raccontare ancora una volta ciò ''che'' è stato ma piuttosto ''come'' è stato descritto ciò che è stato. Questa osservazione di osservazioni è funzionale alla descrizione della ''intelaiatura cognitiva'' aiutando a descrivere la fonte documentale, ovvero sia la materia prima con cui lavora lo storico, non come semplice percezione di un ''io'' individuale ma come comunicazioni che si scambiano all'interno di un determinato sistema sociale, con una specifica retorica e con una semantica che è sempre a sua volta storica. Le osservazioni che ci offrono i documenti, così come quelle derivanti dalla loro ricezione, sono osservazioni fatte a partire dalla società e dovrebbero essere quindi attribuite al sistema sociale e non all'individuo in quanto tale<ref> D'altronde lo stesso ''individuo'' si ''accoppia strutturalmente'' al sistema sociale come ''persona'', nel senso etimologico originario del termine, come ruolo sociale. In questo senso potrebbero essere esemplificativi alcuni antichi proverbi arabi: "Gli uomini si assomigliano più ai loro tempi che ai loro genitori" e "Gli uomini sono racconti". Freitag, G.W., ''Arabum proverbia, vocalibus instruxit latine vertit, commentario illustravit'', Bonnae ad Rhenum, 1839, II, p. 798;799. </ref>. A partire da questo,  le ''semantiche'' sono considerate non attribuite a un ''soggetto'' di azione ma alle ''azioni communicative'' del sistema sociale.
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I materiali documentari che offre GATE possono essere funzionali, inoltre che per altri scopi, alla realizzazione di una ''storia concettuale'' che descriva non solo gli ''eventi'', intesi come azioni in forma di discorso, ma tenga in considerazione la struttura che ha reso possibile detti eventi.
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The ''Lexicon of modernity'' is a publication promoted on GATE thanks to the support of the publisher GB Press.<ref>https://www.gbpress.org/it/</ref> To cite the whole ''Lexicon'' you can use the following bibliographic information:<br>
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* '''Title''': ''Lexicon of modernity ''
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* '''Place of publication''': Rome
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* '''Year of publication''': 2019
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* '''Permanent URL''': {{canonicalurl:{{BASEPAGENAME}}}}
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* '''ISBN''': 9788878393950
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* '''DOI''': 10.5281/zenodo.1483194<br>
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Revision as of 10:25, 19 February 2020

Juan de Cabriada, Carta filosofica, medico-chymica. En que se demuestra que de los tiempos, y experiencias se han aprendido los mejores remedios contra las enfermedades. Por la nova-antigua medicina, Madrid, [Lucas Antonio de Bedmar y Baldivia, 1687].

Car, au grand désespoir des historiens, les hommes n’ont pas coutume, chaque fois qu’ils changent de mœurs, de changer de vocabulaire. M. Bloch, Apologie pour l'histoire ou métier d'historien (1949)


Il Lexicon della modernità si propone come uno strumento per affrontare alcuni problemi propri della metodologia storica.
Normalmente la scrittura della storia opera con una terminologia procedente dalla storia stessa. Termini tali come: "uomo", "Dio", "pace", "guerra", "amore", "storia", "libertà", ecc. si riutilizzano in maniera acritica, vale dire, avulsi da una osservazione sul sistema sociale nel quale s'impiegavano. Il risultato di questo uso spesso è considerato come instauratore di una serie di ambiguità semantiche e di anacronismi. Queste ambiguità e anacronismi possono essere a loro volta indicatori di cambiamenti strutturali, questa osservazione sarà possibile se si mettono da parte le pretese di univocità e di eucronia in virtù delle quali questi fenomeni dovrebbero essere corretti. La comune opinione dell'anacronismo in quanto peccato storiografico imperdonabile[1] potrebbe essere superata considerando l'essere contro il tempo (ἀναχρονισμός) in quanto prova indiziale di ciò che è abituale nell'operazione storiografica: una osservazione che si compie sempre nel presente. A partire da questa unità inosservabile si costituisce la distinzione passato/futuro.
La cosiddetta ambiguità semantica potrà essere considerata come sintomo correlato del cambiamento della struttura sociale e nel contempo come fattore di orientamento per le comunicazioni del sistema sociale. Precisamente nella semantica dei testi, nella semantica colta, si potrà seguire la autodescrizione della società e la costruzione del mondo.
I concetti, così come ogni comunicazione, prendono il loro tempo vale a dire si ripetono nel suo significato sociale. Questo uso condensato e ripetuto è la semantica.
Il Lexicon si propone di storicizzare la semantica, intesa anche come il deposito di significati pronti da essere utilizzati e attualizzati nella comunicazione. Indicare gli eventuali mutamenti della semantica potrebbe essere un modo per individuare le fase evolutive della struttura sociale.
In questo senso, il Lexicon potrebbe essere un aiuto per chi vuole storicizzare lo sguardo: non tanto raccontare ancora una volta ciò che è stato ma piuttosto come è stato descritto ciò che è stato. Questa osservazione di osservazioni è funzionale alla descrizione della intelaiatura cognitiva aiutando a descrivere la fonte documentale, ovvero sia la materia prima con cui lavora lo storico, non come semplice percezione di un io individuale ma come comunicazioni che si scambiano all'interno di un determinato sistema sociale, con una specifica retorica e con una semantica che è sempre a sua volta storica. Le osservazioni che ci offrono i documenti, così come quelle derivanti dalla loro ricezione, sono osservazioni fatte a partire dalla società e dovrebbero essere quindi attribuite al sistema sociale e non all'individuo in quanto tale[2]. A partire da questo, le semantiche sono considerate non attribuite a un soggetto di azione ma alle azioni communicative del sistema sociale. I materiali documentari che offre GATE possono essere funzionali, inoltre che per altri scopi, alla realizzazione di una storia concettuale che descriva non solo gli eventi, intesi come azioni in forma di discorso, ma tenga in considerazione la struttura che ha reso possibile detti eventi.

Some information about the editorial project

The Lexicon of modernity is a publication promoted on GATE thanks to the support of the publisher GB Press.[3] To cite the whole Lexicon you can use the following bibliographic information:


Specific information for each entry can be retrieved at the bottom of their pages.
All the entries of the Lexicon can be recognized thanks to the presence of the symbol Book designed by Benny Forsberg from the Noun Project - with lines.png, put at the top and at the bottom of each entry; in addition, at the bottom of each entry there are also links to the author's page, to bibliographic information and to download a PDF of the entry (experimental). See the bottom of this page for an example.

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List of published entries


Several other entries have been already assigned to contributors; others have to be still assigned (look out here for the list).

References

  1. Si veda per esempio, Carlo Ginzburg, Our Words, and Theirs, in Historical Knowledge, eds. Susanna Fellan y Marjatta Rahikainen, p. 98: "The former alternative [...] leads nowhere: at times, the resilience of intrinsically ambiguous words conceals the change in their meanings; at others, similar meanings are concealed by a multiplicity of terms. We are left with the other alternative, which is risky: terms like 'factory system' for instance, may seem to be a substitute for analysis, hence promoting 'anachronism: the most unpardonable of sins in a time-science". La riflessione di Carlo Ginzburg a sua volta prende spunto da Marc Bloch, Apologie pour l’Histoire ou Métier d’Historien, Cahier des Annales, 3. Librairie Armand Colin, Paris, 2e édition, 1952, p. 96:"Mal choisi ou trop mécaniquement appliqué, le symbole (qui n’était là que pour aider à l’analyse) finit par dispenser d’analyser. Par là, il fomente l’anachronisme : entre tous les péchés, au regard d’une science du temps, le plus impardonnable.". Per altri possibili usi dell'anacronismo si veda Nicole Loreaux, Éloge de l'anachronisme en histoire in Les voies traversières de Nicole Loraux. Une helléniste à la croisée des sciences sociales, Espace Temps, Année 2005, 87-88, pp. 127-139; Jacques Rancière, Le concept d'anachronisme et la vérité de l'historien, L'Inactuel n°6, Calmann-Lévy, 1996, p.53-68.
  2. D'altronde lo stesso individuo si accoppia strutturalmente al sistema sociale come persona, nel senso etimologico originario del termine, come ruolo sociale. In questo senso potrebbero essere esemplificativi alcuni antichi proverbi arabi: "Gli uomini si assomigliano più ai loro tempi che ai loro genitori" e "Gli uomini sono racconti". Freitag, G.W., Arabum proverbia, vocalibus instruxit latine vertit, commentario illustravit, Bonnae ad Rhenum, 1839, II, p. 798;799.
  3. https://www.gbpress.org/it/



Article by ArchivesPUG.
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