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periti e soggetto del collegio, con cui mi pareva potessi ottenere
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era a bastanza escluso il forastiere dalla casa, e poi so' che
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si è udito dirsi non darebbe fastidio la spesa, purchè si proponesse
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altro disegno, con cui fossero affatto esclusi dal collegio i secolari.
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di dare gusto, ho esibiti due altri disegni, con i quali resta
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dotti gli esterni nella Galleria, i quali sono stati parimenti
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approvati dal Sigr. Cipriani e altri soggetti. Non potendosi opporre
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porre in opera per mancanza di denaro. Se questa
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opposizione sia sussistente non tocca a me l'esaminarla; mi
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l'accesso in casa del secolaro.
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Comunque sia prego V. Ptà. di due grazie, l'una è l'assi-
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curare chiunque contradice, che io non domando che si faccia
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tenere per dar gusto a chi si lamentava non so' con quale
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ragione, mentre il mostrare la Galleria non è stata cosa da me
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introdotta ma praticata molto prima che tutti i soggetti quali vivono
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ora in Collegio fossero ammessi nella Compagnia, e approvata dopo
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il P. Hikel da quattro Prepositi Generali, e quanti superiori im-
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mediati sono stati in tutto questo tempo nel Collegio Romano, che del
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resto se non si giudica, e V.Ptà. comandarà che si desista, prego
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V.P. (ed è la seconda grazia che chiedo) a volessi degnare di signi-
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ficarmelo, perche io sono pronto a dare la negativa a chiunque
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me ne farà l'instanza, anzi a portare le chiavi a V.P. acciocche
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interesse alcuno se non che ne risulti credito alla Università del
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Collegio, e sarò contento che si gradisca il desiderio che ho
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procurato havere, acciocche ogn'uno goda quel poco, che ho procurato
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Revision as of 15:29, 3 April 2017

Bonanni, Filippo. 'Notizie circa la Galleria del Collegio Romano'. (1709 ca.).

Name(s)
Title Historia circa la Galleria del Collegio Romano
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Year ca.1709
Language(s) lat
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Transcription pages



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Istoria[1]

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Notizie circa la Galleria del Collegio Romano

Viveva nell'anno 1650 nel Campidoglio Romano il signor Alfonso Donnino, cittadino di Toscanella e segretario del popolo Romano, e perché era amante delle scienze, desiderò che dopo la sua morte si consegnasse una raccolta di cose erudite da lui fatta al fine di ornarne una nobile galleria; che perciò risolse di lasciarla al Collegio Romano, persuaso che in una casa religiosa, in cui si faceva professione di attendere alle lettere, si sarebbe fedelmente adempita la sua volontà. che perciò dopo il suo testamento aggiunse un codicillo il 12 di novembre del 1651 nella cui copia autentica presa dagli atti di Amico Abinante Notaro Capitolino è registrato come segue. In Dei nomine Amen, Fidem facio per presentes ego cur. Capit. Not. pubblicus infrascriptus qualiter in Codicillis conditis a D. Alphonso Donnino de Toscanella in Actis meis §rogatus sub die 12 novembris 1651, in quibus codicillis inter alia disposuit ut infra Item esso signor Alfonso codicillante asserendo per sua diligenza e soddisfazione per avere radunato insieme molte cose curiose e di prezzo a fine di costituire e ornare una galleria, e desiderando sommamente, che restino sempre unitamente in qualche luogo particolare, a ciò possano essere godute, pertanto ha risoluto lasciarle conforme le ha lasciate e lascia al Venerabile Collegio Romano della Compagnia di Gesù, il che dichiara tanto più volentieri fare, tanto che non solamente avrà il fine da lui desiderato, ma ancora ritrovandosi in questa università molti religiosi e dotti Padri, i quali potranno aiutare i loro studi con queste sue fatiche, et esso Sigmor Codicillante ancora potrà con esse in qualche maniera concorrere al pubblico Beneficio, le quali cose costituiscono e ornano la galleria, asserisce essere statue, mascheroni, idoli, quadri armi, pitture, tavole di marmo e di altra materia preziosa vasi di vetro e cristallo, strumenti musicali, piatti dipinti diverse sorti di pietre e frammenti di antichità, e ogni altra cosa destinata per servizio di detta galleria, volendo che seguita la sua morte i Padri del detto collegio di loro propria autorità, etiam non de manu hæredis possano pigliare e portare via tutte le suddette robe ad uso di galleria con farne però dichiarazione e quietanza per mano di me notario, e il tutto possano impiegare come parrà e piacerà agli scudetti Padri con farne qualche memoria, conforme piacerà a loro, e solito farsi ai loro benefattori, pregando con ogni efficacia il Reverendissimo Padre Generale della Compagnia di Gesù e il molto Reverendo Padre Rettore del Collegioo Romano che vogliono gradire il suo buon affetto accettando questa sua disposizione, sperando esso signor Codicillante che la Gratitudine che detti Padri hanno mostrato verso altri di loro

2v

Benefattori siano cortesemente per esercitare verso di esso signor Codicillante, tenendo memoria di lui nei loro Santissimi Sacrifici e orazioni tanto più per avere disposto nel sudetto suo testamento di essere seppellito nella nuova chiesa di Sant'Ignazio contigua al detto Collegio Romano , conforme al suddetto suo testamento, volendo però che detti Padri a loro spesa facciano porre nel suo sepolcro una lapide di marmo con la seguente iscrizione così. Alphonsus Bonninus ciuis Juscanensis hic resurrectionem carnis expectat. Et haec inter cetera et alias latius proves in dictis codicillis et actis meis et ad quae et in quorum fidem et dati hac die 10 Novembris 1701. Ego Amicus Abinantes ciuis Romanus publicus apostolica Auctoritate Causidicus Curiae Capitolinae Notaris et in officio Dominis Joannis Abinantis successior, qui de praemissius rogatus ideo praesens Codicillum subscripsi et publicavi Reg. in fide et loco Sigilli + Fu questo cortese Legato accettato dal Padre Gosuino Hikel allora Vicario Generale della Compagnia e diede la cura al Padre Atanasio Kircher il quale in quel tempo dimorava nel Collegio Romano come appare nel Catalogo dei soggetti di esso, in cui scriveva imprimenda che perciò fece trasportare dopo la morte del Testatore il tutto al suddetto Collegio e ne fece quietanza agli eredi del Defunto Benefattore siccome il Padre Generale adi 13 Novembre dell'anno medesimo sotto scrisse l'accettazione, e parimente il Padre Fabio Albergati in tal tempo Rettore nel Collegio Romano promettendo l'uno e l'altro di adempire la volontà del Defunto, con applicargli una messa quotidiana perpetua in segno di gratitudine. Tutto ciò appare negli Atti del medesimo Abinante, donde si è cavata copia autentica di quanto accade, e vi sta registrato come qui si aggiunge. In nomine Domini Amen Presente publico instrumento ubique pareat evidenter et sit notum quod anno ab eiusdem Domini Nostri Jesu Christi salutifera nativitate millesimo seicentesimo quinquagesimo primo indictione 4 die vero decimaseptima novembris Pontificatus autem in eodem Christo Patris et Domini Nostri Innocenti Divina Providentia Papae Decimi anno eius octavo admodum A Pater Athanasius Kircher societate Jesu vice et nomine Reverendissimis Patris Rectoris Venerabili Collegii Romani Legatari bonae memoriae Alphonsi Donnini, pro quo Reverendo Padre Rectore de voto promisit libere et rem quid alias declaravit et confessus fuit habuisse et recepisse et ad dictum Collegium asportari fecisse etiam cum Assistentia Illustrissimi Domini Bartholomei

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confido sed enim cum sumptus ad locum site accommodandum necessa- rii sint;quesitus iam quis nam cum facturus sit. Ego sane eos hisce vincere me facere non posse protestor, cum pecunia quas possideo non mea sed Benefactorum partim infabricam B. Virginis eustachiana partim ad missionem Apostolicam ibidem quotannis per nostros Patres instituendam deposita sit, qua alium in usum praeterquam in cultum B.ma Deiparae (ut ex Benefactorum intentionem patet) applicare sine piaculo nec possum nec debeo. Itaque necesse est ut Collegium Romanum ab hoc onere quod R.Ptas.V. mihi impo- suit me liberet, presertim cum sumptuum summa ad 100 scuta non pertingat.Reliquorum vero quae ad ornatum et machinarum novarum molitionem pertinent. eorum omnium expensas,quantum quidem mea mihi tenuitas permittet, hisce me facturum polliceor. Atque haec sunt, de quibus, uti mihi praecepit P.V. informandas fusius forsam quam decuit existimaui. Atque adeo certo sibi per- siadeat, in hisce cunctis nullo modo aut proprium meum commodum aut existimationem praetendere. Denique in R.P.V. voluntatem Diuinam adorare, et non obitante senio et innumeris quibus con- tinuò premor litterariis occupationibus, conditione, non nisi merito obedientia fretum adimplere ardenter desiderare. Si ut tandem finiam R.P.V. pro magna mentis sua amplitudine tum ad magna matris cultum promovendum, tum ad capta studiorum molimina qua consiliis qua auxiliis prosequenda stimulos calcarque addere non dedignata fuerit, me utique tanto semper promptiorem reperiet,quanto maius inde divina gloria societatis salutisque animarum emolumentum emanaturum confido. Vale et da quod iubes et iube quod vis. Roma 5 Maii 1672 Humilis et Pauper servus et filius Athanasius Kircher

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Clemens Papa XI Ad futuram rei memoriam. Exponi nobis nuper fecit dilechis filius Philippus Bonanni Presbuter Regularis hoc. Jesu, quòd cum alias quondam Alphonsus Donninus in suo cum quo ab humanis decefit testamento Collegio Romano eiusdem societati Tabulas pictas, statuas, Instrumenta musicalia, arma, aliaque antiquitatu fragmenta reliquent, ea adiecta lega, ut iisdem Museum eruditum in eodem Collegio instrui deberet; Museum verò praefatum etiam quamplurima aliarum rerum ad omnigenam eruditionem spectantium accensione ditatum reperiatur; una Philippus ne pre- dicta omnia multo Labore ac plurimis expensis in dictum Museum collocata, cuiusquiam incuria vel arbitrio distrahi ab alienari con- fingat, vel eorum beneficio bonae artes semper alantur, illorum conservationi et manutentioni opportune a nobis prouideri et ut infia indulgeri plurimum desiderat. Hoc igitur ipsum Philippum specialibus favoribus et gratiis prosequi usteritis et a quibusuis excommunicationis suspensionis, et interdicti aliusque Ecclesias- ticis sententiis censeris censuris et penis a iure vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodo libet innodatus existit ad effectum praesentium dum taxat consequendi, fiarum verre absuolontis, et absolutum fore censentes supplicationibus eius nomine nobis super hoc humiliter parectis inclinati, omnibus et singulis personis tam secularibus, quam Regularibus qua cumque auctoritate, supericritate, praeminentia, et potestate fungentibus et funcheris ac cuius vis ditionis et dignitatis nunc et pro tempore existentibus ne ullo unquam tempore Tabulas pictas, statuas, arma, Instrumenta musicalia, huius nodi aliaque quaecumque in dicto museo hachenus collocata et in poste- rum quando cumque collocanda, vel eorum aliqua sub quonis quaesito colore, ingenio causa vel praetexte extra museum et Collegium praedicta extrahere et asportare aut quibusvis personis commodare, sine ut extrahantur et asportentur aut commo- dentus permittere seu consentire audeant, quovis modo seu praesumant, sub excommunicationis, a qua nemo a quoquam preter quam a Nobis seu Romano Pontefice pro tempore existente, nisi in montis articulo constitutus, absolutionis beneficium valeat obtinere, ac quoad Regulares etiam priva- tionios socis activa et passiva paucis per contrafacientes ipsofacto abique ulla declaratione incurrendis, apostolica aucto- ritate renore presentium interdicimus et prohibemus. Non abitantibus praemisi vi Consitutionibus et oridinationibus Apostolicis, nec non quatenus opus sit, societatis et Collegii praefatorum etiam Iuramento confirmatione Apostolica vel quavis firmitate alia roboratis statutis et consuetudinibus, Privilegiis quoque Indultis et litteris apostolicis in contrarium\

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praemissorum, quomodolibet concessis confirmatis. Quibus omnibus et virgulis illorum tenores presentibus pro plene et sufficienter expressis, et verbum insertis habentes illis alias in suo robore permanuerit ad promisiorum effectum hac vice dum taxat specialiter et expresse derogamus, ceterisque contrariis quibuscumque. Volumus autem ut presentis exhibitionis exemplum in aliquo Musei deu Collegii praedicti loco conspicuo ubi ab omnibus cerni et legi possit, affixum assidue remaneat. Datum Rome apud S. Mariam Maiorem sub annulo Piscatoris Die secunda octobris 1702 Pontificatus Anno secundo Oliverius. Fu con questo Breve quasi con doppia chiave chiuso l'adito a qualsivoglia persona; onde negli anni futuri non si potesse distruggere ciò che viene edificato, né alienare quanto il Collegio Romano aveva acquistato, già che confermò così i Decreti dei Passati Pontefici, del Concilio, e delle Congregazioni sopra Vescovi Regolari, dalle quali si proibisce con severissime pene di censura, e privazione di voce attiva e passiva l'alienare non solamente i beni stabili, ma anche i beni mobili preziosi posseduti dalle Religioni. Mi piace di accennare qui per chi non lo sapesse, quanto insegna Agostino Barbosa nella somma delle Decisioni Apostoliche al titolo Alienatio numero 8. Alienationem (dice) omnium rerum et bonorum immobilium et pretiosorum mobilium Generalibus et Provincialibus , Capitulis, nel congregationibus, Abbatibus et quibuscumque aliis superioribus Regularibus cuiusuis ordinis, sub pena nullitatis ipso iure pro- hibuit Sacra Congregatio Emin. DD. Cardinalium S. Concil. Triden intergretum, de speciali Pontificis iussu die 1 Sept. 1624. cuius tenorem referunt Ciarlin. controver. foren. cap. 105 num. 114 Jo. Ant. Novarin. in summa Bullarum tit. de alien. rer. Regul. tom. 7. cap. 10 et tom. 3. Verbo Alienat. num. 4. E perché potrebbe nascere in taluno dubbio, e cercare che cosa intenda per mobile prezioso, lo stesso Lezzana in summa tom.7. cap.10 dice doversi intendere per beni preziosi mobili non solamente vasi d'oro e di argento, gemme e simili; ma d'una copiosa libreria, d'una mandria di armenti, moltitudine di alberi anche non fruttiferi, poiché queste e simili cose si numerano e si stimano anche tra le cose immobili. E cercando lo stesso Lezzana nel tom. 3. num. 7. quali siano le cose, che può il Regolare alienare, risponde col Naldi in summa verb. Prelatus num. 7 e Gavanti supra num. 24 essere dichiarato dalla S. Congregazione de Vescovi e Regolari dover essere di scudi 25. e il Naldi

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o per la violenza dell'impulso o meno per l'odio che la natura sia del vacuo, e simili sò che à tutto risponderebbe con un vergognoso silenzio. Se poi si scorre con gli occhi sopra i raggi di quanto produce la natura nella varietà delli coralli, e delli Animali testacei, e squammosi del mare nelle miniere della Terra, nelle coagulazioni ne i vali e nelli cristalli, nelli colori delle pietre, e mille altre cose, si stimerà una raccolta di cose inutili, e pascolo di occhio otioso mentre almeno almeno doverebbe ammirarle, perche come disse Galeno de usu pastium Lib. 3. cap. 10. Attonicum facit Idiotam materia, Artificem vero Artificii magni- tudo. ma se tal'uno non ne concepisce maraviglia alcuna vi dichiararebbe non solamente Idiota, ma stupido di mente e simile a Democrito, che con riso irragionevole di tutto si burlava, venendo così a vilipendere le minime opere di Dio, le quali sono parti della Onnipotenza e oggetti di raggionevele meraviglia. Raffigurarei tal sorte di persone a quell'antico, il quale vantan- dosi essere d.a setta delli filosofi vedendo un bel Tappeto nella Casa di Platone, con i piedi lordi di fango si pose a calpestarlo con dire Calco Platonis Fastum. Non è fasto non è pompa il conservare una raccolta di oggetti eruditi a fine di approffittarsene, siccome non è vana pompa il conservare una copiosa libreria, un erudito studio di medaglie e simili, e riflettendo a quella che nel Collegio Romano si conserva, la vedremo custodita con un Breve di scomunica intimata dal santo Pontefice Gregorio XIII, il quale eretto il Collegio Romano vi pose il titolo, Pietati et bonis Artibus, in cui si comprende qualsivoglia facoltà di sapere, e se nelli volumi appartenenti (a cagione di esempio) alla istoria naturale si descrivono le opere della Natura, nel Museo si riconoscono li corpi medesimi, e senza andar vagando con la fantasia, si può sopra di essi filosofare con l'intelletto. A chiunque contradicesse a questa verità soggiungerei che tacesse il suo sentimento senza palesarlo, poiche stimo che verrebbe deriso come accadde ad'un soggetto defunto, il quale per alcune sue doti era in stima appresso alcuni, quando, trattandosi di accrescere la libraria del Collegio Romano, si oppose con dire essere in esso superflua abbondanza di libri, per esso si ( soggiunse chi ne haveva maggiore intelligenza) il quale non ne elegge mai alcuno, ma non per tanti altri i quali li studiano. L'Università del Collegio Romano tanto accreditata in tutta l'Europa non si è avanzata a tal segno, perche in essa solamente si esamina se l'Ente sia univoco o vero equivoco, e se il Continuo habbia parti indivisibili, ma ben sì per li volumi composti da tanti insigni soggetti, per la varietà delle facoltà che si insegnano nelle sue scuole, e per l'erudizione, che

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si comunica a chi ne consulta le risposte ai quesiti o morali, o scolastici e altre diverse materie. A questo fine si sono istituiti e si conservano nell'Europa gli eruditi musei, molti dei quali sono pubblicati con le stampe a beneficio comune. Si gloria averne uno l'Università di Oxford in Inghilterra, il monastero di S. Genoveffa in Parigi pubblicato dal Padre Molinet Canonico Lateranense. Si mostra il Gabinetto pieno di erudite medaglie nella Libreria del nostro Collegio in Lione, In Argentina, in Anversa, siccome quello di Verona stampato dal Caludario quello di Amsterdam pubblicato dal Rumfio, quello di Danimarca del Beggero quello di spiegato da Quello del Settala in Milano descritto dal Tessago; quello del Marchese Corpi in Bologna, ora unito a quello dell'Aldrovandi; e accresciuto a pubblico beneficio dal signor Conte Marsilii, e molti altri simili fra i quali insigne è la raccolta conservata in molti Gabinetti nel palazzo dell'Eminentissimo signor Cardinale Gualtieri insieme con la sua copiosa libreria. I quali tutti mostrano con quanta ragione si sia eretto il Museo del Collegio Romano, pubblicato anche in parte con la stampa, approvata da dottissimi revisori, e sottoscritta dal Reverendissimo Padre maestro del Sacro Palazzo onde con ogni con quale diligenza si debba custodire dai Posteri. Si rifletta alla stima, che si sono compiaciuti mostrare tanti Personaggi per ogni conto riguardevoli, con essersi degnati spontaneamente di vederlo e approvarlo; e volendone qui rammentarne alcuni, cominciando a numerare quelli che tengono il primo luogo nella Gerarchia ecclesiastica posso dire di averlo onorato il signor Cardinali Carpegna Vicario del Papa in età di 70 anni e più, Marescotti, Negroni, Baduero, Spinola Camerlengo di Santa Chiesa, Ghigi, Giansone, Imperiale, Poliganc, Barbarigo Gualtieri, olivieri, orighi, odescalchi, Davia, Pico della mirandola Priuli, Scotti, Caprara, Sonsedari, Guzzadino.

Se riflettiamo a personaggi di grado sublime fu onorato dal Duca di Modena, dal Principe Langravio Catel, dal figlio del Re d'Inghilterra. dal Principe elettorale di Baviera, dal figlio del Re di Danimarca, dal Principe Gallicino, cognato del Zar di Moscovia e da due nipoti di questo dal Conte Lamberg Ambasciatore dell'Imperatore al Papa, dall'Ambre di Portogallo Marchese di Fuentes, da due Ambasciatori di Venezia Landi e Tiepoli, dall'Inviato del Re di Portogallo, da due Principi Giustiniani, dal Principe Vaini, dal Principe di Sirmio odescalchi dal Principe di Piombino, dall'Ambasciatore del Duca di Savoia, dal Principe Ghigi, da due principi d' Altezza tedeschi un Principe di Sassonia di linea elettorale, dal Principe di Sonnino, dall'Ambre della Regina d'Inghilterra al Re di Tunisi,

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Riscatto, Camaldolesi e altri, da quali tutti è stato approvato e lodato con encomii, onde hanno fatta instanza di poterlo rivedere, e concor- demente hanno affermato che girando l'Europa non hanno trovata una raccolta simile e conservata con il buon ordine che si vede di cose tanto naturali quanto erudite,come nel Collegio Romano. Se non si crede a quanto dico, si potranno leggere li fogli pubblici e si troverà più volte nominato e lodato nelli Atti eruditi di Lipsya. Si vedono li Giornali de Letterati pubblicati in Venezia ogni mese, e vi si troverà lungamente descritto con encomii da quelli cortesi non meno che dotti Scrittori. Si scorrino li Giornali di Treux, e vi si troverà riferito da quelli ottimi e eruditi Padri i quali li compongono. Sino i fogli degli avvisi pubblici ne diedero contezza più volte e ultimamente essen- dosi degnato di onorarlo il Principe Elettorale di Baviera così pubblicarono alli 25 di Aprile di quest'anno 1716. Domenica mattina il Principe Elettorale di Baviera dopo udita messa nella chiesa de P.P. Giesuiti salì a vedere nel Collegio Romano quel celebre Musco e qui è da sapersi che al medesimo la verità di N. Sig.re Clemente XI ne diede la nota in scritto, acciòcche l'onorasse col vederlo. Sarebbe vana pompa il registrare qui le lettere di huomini scienziati, nelle quali si sono degnati farne elogii, e in esso hanno notate molte cose nelli libretti di memoria, ove registrano girando il mondo, le cose più notabili che vedono, e quantunque molti di sette contrari alla Cattolica, e non affetti alla Religione Romana, hanno con sincerità fatti encomii al Collegio Romano, per haverlo veduto dotato di un singolare Museo. Se dunque dalla miglior parte delli soggetti qualificati di Europa viene approvato e a tutti i sudetti piace, per qual cagione non deve approvarsi la comolazione comune? e con amari pronostici potrà asserirsi la prossima futura destruzione e dissipazione di tutto? altra ragione io non saprei addurre se non che tutto proceder potrebbe dal mancamento delle notizie, che sù questo affare ho registrate in questi fogli. Sò che tal uno benche non biasimi l'opera, dissaprova il mos- trarla agli esterni, stimando cosa non convenevole l'introdurli in Casa Religiosa; se ciò habbia fondamento di sussistenza lascio giudicarlo a chi vuole, solamente rifletto, non essere cosa diversa l'introdurre in casa secolari per far vedere loro la libreria, come di prattica in ogni Religione e nelli Collegii della Compagnia. In Roma in Parigi, in Lione; in Anversa, in Napoli e cento altri delli più celebri, quando mi viene fatta l'instansa, e sempre restano edificati nel vedere in Case numerose di soggetti osservato un rigoroso silenzio, e le mura spiranti di religiosa osservanza. E perche tali querele più volte giunsero alle orecchie

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Sentendo dunque i lamenti di alcuni contro di me a cagione che io introducevo gente per casa, e dicendomi tal'uno che ciò non poteva durare, e che al più sino alla mia morte dopo la quale la Galleria sarebbe svanita et per torre tali lamenti e desideroso di dare gusto a tutti, esibii un modello, in cui si continuava la scala nobile, e direttamente terminava in Galleria ove in occasione di accesso i secolari sarebbero stati impediti di potere girare per casa con chiudersi il cancello posto nel principio di detta Galleria, e dissi essere tale modello approvato da molti periti e soggetto del collegio, con cui mi pareva potessi ottenere l'intento desiderato, e ne riferii lo scandaglio fatto dalla spesa di circa scudi duecento. Vedutosi tal modello fu risposto, che non era a bastanza escluso il forastiere dalla casa, e poi so' che si è udito dirsi non darebbe fastidio la spesa, purchè si proponesse altro disegno, con cui fossero affatto esclusi dal collegio i secolari. Dopo questa dichiarazione, inerendo al desiderio che havevo di dare gusto, ho esibiti due altri disegni, con i quali resta impedito ogni accesso al domestico di casa, e possono essere intro- dotti gli esterni nella Galleria, i quali sono stati parimenti approvati dal Sigr. Cipriani e altri soggetti. Non potendosi opporre [1] a delli disegni, ho saputo essersi concluso che non si potevano porre in opera per mancanza di denaro. Se questa opposizione sia sussistente non tocca a me l'esaminarla; mi pare però che non sia coerente alla dichiarazione fatta cioè che non havrebbe ritardato tale lavoro la spesa, bisognevole per esso, quando si fosse proposto disegno, con cui si escludesse l'accesso in casa del secolaro. Comunque sia prego V. Ptà. di due grazie, l'una è l'assi- curare chiunque contradice, che io non domando che si faccia tale spesa; ma solamente ho proposto il modo, che si potrebbe tenere per dar gusto a chi si lamentava non so' con quale ragione, mentre il mostrare la Galleria non è stata cosa da me introdotta ma praticata molto prima che tutti i soggetti quali vivono ora in Collegio fossero ammessi nella Compagnia, e approvata dopo il P. Hikel da quattro Prepositi Generali, e quanti superiori im- mediati sono stati in tutto questo tempo nel Collegio Romano, che del resto se non si giudica, e V.Ptà. comandarà che si desista, prego V.P. (ed è la seconda grazia che chiedo) a volessi degnare di signi- ficarmelo, perche io sono pronto a dare la negativa a chiunque me ne farà l'instanza, anzi a portare le chiavi a V.P. acciocche ne disponga nel modo che stimerà più opportuno, non havendoci io interesse alcuno se non che ne risulti credito alla Università del Collegio, e sarò contento che si gradisca il desiderio che ho procurato havere, acciocche ogn'uno goda quel poco, che ho procurato

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di fare con le mie fatiche. Se poi si giudicava che si debba seguitare il modo pratticato sin ora, chiedo umilmente che mi dia prescritta la strada da tenersi in tale operazione Aggiungo perfino un punto che a me è stato di non poca afflizione, mentre supponendosi senza fondamento , che io ricerchi tale spesa mi viene rinfacciato da taluno, essere io debitore al Collegio Romano di 300 scudi prestatimi per compiere la stampa della stessa Galleria. A ciò rispondo che di tal benefizio ne conservano eterna memoria a chi si degnò conferirmelo, ora defunto; benchè cosa simile è stata conferita a molti e con molto danno della cassa del Collegio. Dove che se chi oppone desidera che io esibisca le spese da me fatte nella Galleria, potrà conoscere averli già più che triplicatamente resi al Collegio, e quando non si giudichi essere ciò bastante, potrà sapere che sono in essere a favore del Collegio più di tre mila libre di rami fatti da me intagliare, che potranno rinfrancare il prestito con essere solamente venduti a peso di rame di piu trovarsi più di mille scudi di libri, quali per grazia di Dio si vendono più che a peso di carta. Ma se ciò non contenta il zelo che si ha per la Procura del Collegio, e non si giudica aspettare che io muoia sono contento a rivendere ciò che ho comprato a benefizio publico e adeguare tal somma, al fine di renderla prontamente, non avendo io all'operato affetto superiore a quello che si deve avere da un Religioso alle cose umane, e qui chiedo la vostra Benedizione desideroso di eseguire quanto si degnerà comandare. Di Vostra Paternità Servo in X Filippo Bonanni Lettosi tal foglio del Padre Generale si compiaque parteciparlo alla Consulta d'Italia, ove fu determinata la seguente risposta in cui si vede uguale al paterno affetto di sua Paternità, la capacità della sua mente, e rettitudine di prudenza con la quale restò approvata, la stima universale di ciò che da pochissimi si disapprova. Così egli rispose in data 11 maggio 1716 E molto benemerita Vostra Reverenza di codesto Collegio per la nobilissima Galleria, che con le sue lunghe fatiche e grosse spese mirabilmente vi ha eretto. Io vivamente la ringrazio, molto ben conoscendo questo suo singolare beneficio. Essa continui a mostrarla agli esterni, come per tanti anni si è fatto compiacendomi che un'opera così bella sia di godimento a tutti con nostro decoro. Per la nuova scala da farsi a fine di impedire il commercio di secolari, si vedrà poi il modo migliore che

  1. APUG 895, c. 84r line 1: Notizie