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Istoria<ref>APUG 895, c. 84r line 1: Notizie</ref>
 
  
 
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Notizie circa la Galleria del Collegio Romano
 
 
Viveva nell'anno 1650 nel Campidoglio Romano il signor Alfonso
 
Donnino, cittadino di Toscanella e segretario del popolo Romano,
 
e perché era amante delle scienze, desiderò che dopo la sua
 
morte si consegnasse una raccolta di cose erudite da lui fatta
 
al fine di ornarne una nobile galleria; che perciò risolse di lasciarla
 
al Collegio Romano, persuaso che in una casa religiosa, in
 
cui si faceva professione di attendere alle lettere, si sarebbe fedelmente
 
adempita la sua volontà. che perciò dopo il suo testamento
 
aggiunse un codicillo il 12 di novembre del 1651 nella cui copia
 
autentica presa dagli atti di Amico Abinante Notaro Capitolino
 
è registrato come segue.
 
In Dei nomine Amen, Fidem facio per presentes ego cur.
 
Capit. Not. pubblicus infrascriptus qualiter in Codicillis conditis a
 
D. Alphonso Donnino de Toscanella in Actis meis §rogatus sub
 
die 12 novembris 1651, in quibus codicillis inter alia disposuit
 
ut infra
 
Item esso signor Alfonso codicillante asserendo per sua diligenza
 
e soddisfazione per avere radunato insieme molte cose curiose e di
 
prezzo a fine di costituire e ornare una galleria, e desiderando
 
sommamente, che restino sempre unitamente in qualche luogo particolare,
 
a ciò possano essere godute, pertanto ha risoluto lasciarle
 
conforme le ha lasciate e lascia al Venerabile Collegio Romano della
 
Compagnia di Gesù, il che dichiara tanto più volentieri fare, tanto che
 
non solamente avrà il fine da lui desiderato, ma ancora ritrovandosi
 
in questa università molti religiosi e dotti Padri, i quali
 
potranno aiutare i loro studi con queste sue fatiche, et esso
 
Signor Codicillante ancora potrà con esse in qualche maniera concorrere
 
al pubblico Beneficio, le quali cose costituiscono e ornano
 
la galleria, asserisce essere statue, mascheroni, idoli, quadri
 
armi, pitture, tavole di marmo e di altra materia preziosa
 
vasi di vetro e cristallo, strumenti musicali, piatti dipinti
 
diverse sorti di pietre e frammenti di antichità, e ogni altra
 
cosa destinata per servizio di detta galleria, volendo che seguita
 
la sua morte i Padri del detto collegio di loro propria
 
autorità, etiam non de manu hæredis possano pigliare e portare
 
via tutte le suddette robe ad uso di galleria con farne però
 
dichiarazione e quietanza per mano di me notario, e il tutto possano
 
impiegare come parrà e piacerà agli scudetti Padri con farne
 
qualche memoria, conforme piacerà a loro, e solito farsi ai loro
 
benefattori, pregando con ogni efficacia il Reverendissimo Padre Generale
 
della Compagnia di Gesù e il molto Reverendo Padre Rettore del Collegioo Romano
 
che vogliono gradire il suo buon affetto accettando questa
 
sua disposizione, sperando esso signor Codicillante che la
 
Gratitudine che detti Padri hanno mostrato verso altri di loro
 
  
 
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Benefattori siano cortesemente per esercitare verso di esso
 
signor Codicillante, tenendo memoria di lui nei loro Santissimi Sacrifici
 
e orazioni tanto più per avere disposto nel sudetto suo testamento di essere seppellito nella nuova chiesa di Sant'Ignazio
 
contigua al detto Collegio Romano , conforme al suddetto suo testamento, volendo però che detti Padri a loro spesa facciano porre
 
nel suo sepolcro una lapide di marmo con la seguente iscrizione
 
così.
 
[[citesName::Alfonso Donnini|Alphonsus Donninus]] ciuis Juscanensis hic resurrectionem
 
carnis expectat.
 
Et haec inter cetera et alias latius proves in dictis codicillis
 
et actis meis et ad quae et in quorum fidem et dati hac die 10 Novembris
 
1701. Ego Amicus Abinantes ciuis Romanus publicus apostolica Auctoritate Causidicus Curiae Capitolinae Notaris et in officio Dominis Joannis Abinantis successior, qui de praemissius rogatus ideo praesens Codicillum subscripsi et
 
publicavi Reg. in fide et loco Sigilli +
 
Fu questo cortese Legato accettato dal Padre Gosvino Nikel
 
allora Vicario Generale della Compagnia e diede la cura al Padre Atanasio Kircher
 
il quale in quel tempo dimorava nel Collegio Romano come appare
 
nel Catalogo dei soggetti di esso, in cui scriveva imprimenda che
 
perciò fece trasportare dopo la morte del Testatore il tutto al suddetto
 
Collegio e ne fece quietanza agli eredi del Defunto Benefattore
 
siccome il Padre Generale adi 13 Novembre dell'anno medesimo sotto scrisse l'accettazione, e parimente il Padre Fabio Albergati in tal tempo Rettore
 
nel Collegio Romano promettendo l'uno e l'altro di adempire
 
la volontà del Defunto, con applicargli una messa quotidiana perpetua in segno di gratitudine.
 
Tutto ciò appare negli Atti del medesimo Abinante,
 
donde si è cavata copia autentica di quanto accade, e vi sta registrato
 
come qui si aggiunge.
 
In nomine Domini Amen
 
Presente publico instrumento ubique pareat evidenter et
 
sit notum quod anno ab eiusdem Domini Nostri Jesu Christi salutifera nativitate millesimo seicentesimo quinquagesimo primo indictione
 
4 die vero decimaseptima novembris Pontificatus autem in
 
eodem Christo Patris et Domini Nostri Innocenti Divina Providentia Papae
 
Decimi anno eius octavo admodum A Pater Athanasius
 
Kircher societate Jesu vice et nomine Reverendissimis Patris Rectoris Venerabili Collegii
 
Romani Legatari bonae memoriae Alphonsi Donnini, pro quo Reverendo Padre Rectore
 
de voto promisit libere et rem quid alias declaravit
 
et confessus fuit habuisse et recepisse et ad dictum Collegium
 
asportari fecisse etiam cum Assistentia Illustrissimi Domini Bartholomei
 
  
 
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Capianice conservatoris, et per Illmi. et exc mi. D. Antonÿ Valerÿ
 
Procuratoris Fiscalis C. C. omnia et singula bona res, et alia destinata
 
et constituentia Galleriam et alia [1] L. Ven. Collegio relicta
 
demptis rebus relictis D. Flavia Scordana informa Codicillorum
 
D. B. M. D. Alphonsi § per me § rogato in fuius ven §
 
ad quos § de quibus [2] per pachim § omnique §
 
et licet dichem Collegium en forma codicillorum ad nihil
 
tenatus, nihilominus gratitudinis ergo asseruit R. P. Generalem
 
et et P. Rectorem ex hibuisse celebrari facere unam missam
 
quotidianam pro anima dicti quondam Alphonsi prout ex schedula,
 
quam mihi consignavit tenoris inferius registrandi, et ibidem pre-
 
sente dicta D. Flavia Scordana Romana filia [3] Mariani
 
Senensis per me § declaravit se recepisse, et penes se extare
 
omnia bona sibi relicta, et de eis [4] § omni § et sic
 
tactis pecture et scripturis respectine iuvarunt § super quibus omnibus
 
et singularis pre missis petitum fuit a me Notario pubblico [5]
 
ut unum vel plura [6] seu [7] instrumenta conficerem
 
atque haderem prout opus fuerit, requisitus ero. Actum Roma
 
in edibus Illmorum. DD Vibis Conservatorum ibidem presentibus et au-
 
dientibus Illi. D. Domco. Roncada fil. quam. Ioamnis [8], et
 
D. Bernardino fil. quem. Antonÿ Beranchÿ Rom. festibus ad predi-
 
cta omnia vocatis, habitis specialiter atque [9] Tenor supra-
 
dicta schedula est prout sequitur, videlicet.
 
In [10] § essendosi compiacciuto il molto Illre. Sigr. Alfonso
 
Donnino per il suo singolare affetto verso la Comga. di Giesù e
 
desiderio del ben pubblico con promuovere lo studio delle lettere
 
et erudizioni fisiche et antiquiarie di donare al Collegio Romano
 
della Comga. di Giesù una sua ricchissima Galleria, il molto R.
 
P. Vicario Gnto della Comga. di Giesù, come anche il P. Rettore
 
di detto Collegio Romano accettano tal dono con quella stima e
 
prezzo che conviene, e ringraziando molto sua Sigria. vicissim gra-
 
titudinis ergo con perpetua memoria di beneficio così segnalato
 
offeriscono, e promettono al Lo. Sigr. Alfonso di far dire una messa
 
perpetua il giorno tanto in vita, quanto per l'anima di sua
 
Signoria, quando la maestà divina si compiacerà chiamarla da
 
questa vita, e si cominciarà ad effettuare quanto in questa vi
 
promette in quelli istesso tempo, nel quale il Collegio Romano della
 
Comga. di Giesù ne pigliarà il pacifico possesso, e anche promettono
 
li suddetti Padri di dare al detto Si. Alfonso gratis, et amoris ergo
 
una sepoltura da seppellirsi il suo corpo nella Chiesa nuova
 
che si fa di S. Ignazio in luogo recipiente e lasciarvi mettere
 
la pietra di marmo con L'inscrizzione, che parerà a' detto
 
  
 
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Sgr. Alfonso. In fede di che hanno sottoscritta la presente di propria
 
mano il M. R. P. Vicario [1] di Giesù e il R. P. Rettore
 
del [2] Romano e sigillata con li loro sigilli, questo di 13 [3]
 
dell'anno 1651.
 
Io Gosuino Nikel Vicario Gen d. Comgn. di Giesù, accetto la
 
Donazione Sopradetta e ratifico la presente scrittura, e prometto
 
di fare affermare quanto in questa si contiene quanto per me
 
quanto per li futuri Generali, e Io sottoscritto di mano propria
 
, e col sigillo del mio offizio.
 
Fabio Albergati Rettore del Collegio Romano d. Comgn. di Giesu et.
 
loco sigillo + sigillorum
 
Ego Antonius Abinantes civis Romanus publicus apostolica
 
authoritate causarum Curia Capit. Not. et in officio quem D. So: Fran-
 
cisci Abinanti successior de premisivi rogaty, ideo presens instrumentum
 
subscripsi et pubblicavi et.
 
Si deve qui notare che il tenore d. promessa fatta dal P. Vicario
 
fu concepito e accordato con il sigr. Domnini prima ch'egli morisse
 
e dopo la morte fu stipulata la quietanza delle cose lasciate.
 
Fatto l'acquisto di essa, ne fu data la cura al P. Athanasio Kircher
 
e assegnata la parte del corridore contiguo alla libreria verso la
 
chiesa non finita di fabricare, e in esso lungo palmi 94 fu dal
 
medesimo disposta, e vi si fece un Cancello, che proibiva l'accesso
 
libero, ma solamente vi si potevano introdurre di quando in
 
quando tanto i Domestici quanto gli Esterni, alli quali cominciò
 
ad essere noto tale acquisto, e godevano poterlo vedere.
 
Nel progresso del tempo il P. Kircher soggetto noto per la sua
 
erudizione e per li volumi da lui publicati con la stampa era vi-
 
sitato dalli Forestieri, quali dalle parti oltramontane e Italiane
 
venivano a Roma, i quali introdotti nel recinto ove si conservavano
 
le cose lasciate dal Domnini, vi trovavano molte cose del
 
[4] aggiunte, particolarmente machine Idrauliche, e esperien-
 
ze spettanti alla virtù magnetica, che con diletto non ordinario
 
erano da tutti vedute. Crebbe sempre piu il concorso e particolar-
 
mente per un saggio datone in 18 fogli publicati con la stampa
 
in Amsterdam sotto nome di Giorgio de Sepibus con questo titolo.
 
Romani Colegii museum celeberrimum cuius magnum
 
antiquiaria rei, statuarum, imaginum picturarumque partem
 
ex legato Alphonsi Domnini S.P.Q.R. a secretis munifica
 
liberalitate relictam P. Athanasius Kircherius Soc. Iesu
 
novis et raris inventis Locupletatam complurium Princi-
 
pum curiosis donariis magno rerum apparatu instruxit.
 
  
 
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confido sed enim cum sumptus ad locum site accommodandum necessa-
 
rii sint;quesitus iam quis nam cum facturus sit. Ego sane eos hisce
 
vincere me facere non posse protestor, cum pecunia quas possideo
 
non mea sed Benefactorum partim infabricam B. Virginis eustachiana
 
partim ad missionem Apostolicam ibidem quotannis per nostros
 
Patres instituendam deposita sit, qua alium in usum praeterquam
 
in cultum B.ma Deiparae (ut ex Benefactorum intentionem patet)
 
applicare sine piaculo nec possum nec debeo. Itaque necesse est
 
ut Collegium Romanum ab hoc onere quod R.Ptas.V. mihi impo-
 
suit me liberet, presertim cum sumptuum summa ad 100 scuta
 
non pertingat.Reliquorum vero quae ad ornatum et machinarum
 
novarum molitionem pertinent. eorum omnium expensas,quantum
 
quidem mea mihi tenuitas permittet, hisce me facturum polliceor.
 
Atque haec sunt, de quibus, uti mihi praecepit P.V. informandas
 
fusius forsam quam decuit existimaui. Atque adeo certo sibi per-
 
siadeat, in hisce cunctis nullo modo aut proprium meum commodum
 
aut existimationem praetendere. Denique in R.P.V. voluntatem
 
Diuinam adorare, et non obitante senio et innumeris quibus con-
 
tinuò premor litterariis occupationibus, conditione, non nisi merito
 
obedientia fretum adimplere ardenter desiderare. Si ut tandem
 
finiam R.P.V. pro magna mentis sua amplitudine tum ad magna
 
matris cultum promovendum, tum ad capta studiorum molimina
 
qua consiliis qua auxiliis prosequenda stimulos calcarque
 
addere non dedignata fuerit, me utique tanto semper promptiorem
 
reperiet,quanto maius inde divina gloria societatis salutisque
 
animarum emolumentum emanaturum confido. Vale et da
 
quod iubes et iube quod vis. Roma 5 Maii 1672
 
Humilis et Pauper servus et filius
 
Athanasius Kircher
 
  
 
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Clemens Papa XI
 
Ad futuram rei memoriam. Exponi nobis nuper fecit dilechis filius Philippus Bonanni Presbuter Regularis hoc. Jesu, quòd cum alias quondam Alphonsus Donninus in suo cum quo ab humanis decefit testamento Collegio Romano eiusdem societati Tabulas pictas, statuas, Instrumenta musicalia, arma, aliaque antiquitatu fragmenta reliquent, ea adiecta lega, ut iisdem Museum eruditum in eodem Collegio instrui deberet; Museum verò praefatum etiam quamplurima aliarum rerum ad omnigenam eruditionem spectantium accensione ditatum reperiatur; una Philippus ne pre-
 
dicta omnia multo Labore ac plurimis expensis in dictum Museum collocata, cuiusquiam incuria vel arbitrio distrahi ab alienari con-
 
fingat, vel eorum beneficio bonae artes semper alantur, illorum conservationi et manutentioni opportune a nobis prouideri et ut infia indulgeri plurimum desiderat. Hoc igitur ipsum Philippum specialibus favoribus et gratiis prosequi usteritis et a quibusuis excommunicationis suspensionis, et interdicti aliusque Ecclesias-
 
ticis sententiis censeris censuris et penis a iure vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodo libet innodatus existit ad effectum praesentium dum taxat consequendi, fiarum verre absuolontis, et absolutum fore censentes supplicationibus eius nomine nobis super hoc humiliter parectis inclinati, omnibus et singulis personis tam secularibus, quam Regularibus qua cumque auctoritate, supericritate, praeminentia, et potestate fungentibus et funcheris ac cuius vis ditionis et dignitatis nunc et pro tempore existentibus ne ullo unquam tempore Tabulas pictas, statuas, arma, Instrumenta musicalia, huius nodi aliaque quaecumque in dicto museo hachenus collocata et in poste-
 
rum quando cumque collocanda, vel eorum aliqua sub quonis quaesito colore, ingenio causa vel praetexte extra museum et Collegium praedicta extrahere et asportare aut quibusvis personis commodare, sine ut extrahantur et asportentur aut commo-
 
dentus permittere seu consentire audeant, quovis modo seu praesumant, sub excommunicationis, a qua nemo a quoquam preter quam a Nobis seu Romano Pontefice pro tempore existente, nisi in montis articulo constitutus, absolutionis beneficium valeat obtinere, ac quoad Regulares etiam priva-
 
tionios socis activa et passiva paucis per contrafacientes ipsofacto abique ulla declaratione incurrendis, apostolica aucto-
 
ritate renore presentium interdicimus et prohibemus. Non abitantibus praemisi vi Consitutionibus et oridinationibus Apostolicis, nec non quatenus opus sit, societatis et Collegii praefatorum etiam Iuramento confirmatione Apostolica vel quavis firmitate alia roboratis statutis et consuetudinibus, Privilegiis quoque Indultis et litteris apostolicis in contrarium\
 
  
 
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praemissorum, quomodo libet concessis confirmatis. Quibus omnibus et singulis illorum tenores praesentibus
 
pro plenè et sufficienter expressis, et ad verbum insertis habentes
 
illis alias in suo robore permanuerit ad promisiorum effectum
 
hac vice dum taxat specialiter et expresse derogamus, ceterisque
 
contrariis quibuscumque. Volumus autem ut presentis exhibitionis exemplum in aliquo Musei deu Collegii praedicti loco conspicuo ubi ab omnibus cerni et legi possit, affixum assidue remaneat.
 
Datum Rome apud S. Mariam Maiorem sub annulo Piscatoris
 
Die secunda octobris 1702 Pontificatus Anno secundo
 
Oliverius.
 
Fu con questo Breve quasi con doppia chiave chiuso l'adito a qualsivoglia persona; onde negli anni futuri non si potesse distruggere ciò che viene edificato, né alienare quanto il
 
Collegio Romano aveva acquistato, già che confermò così i Decreti dei Passati Pontefici, del Concilio, e delle Congregazioni
 
sopra Vescovi Regolari, dalle quali si proibisce con severissime
 
pene di censura, e privazione di voce attiva e passiva l'alienare
 
non solamente i beni stabili, ma anche i beni mobili preziosi
 
posseduti dalle Religioni. Mi piace di accennare qui per chi
 
non lo sapesse, quanto insegna Agostino Barbosa nella somma
 
delle Decisioni Apostoliche al titolo Alienatio numero 8.
 
Alienationem (dice) omnium rerum et bonorum immobilium
 
et pretiosorum mobilium Generalibus et Provincialibus , Capitulis,
 
nel congregationibus, Abbatibus et quibuscumque aliis superioribus
 
Regularibus cuiusuis ordinis, sub pena nullitatis ipso iure pro-
 
hibuit Sacra Congregatio Emin. DD. Cardinalium S. Concil. Triden
 
intergretum, de speciali Pontificis iussu die 1 Sept. 1624. cuius
 
tenorem referunt Ciarlin. controver. foren. cap. 105 num. 114
 
Jo. Ant. Novarin. in summa Bullarum tit. de alien. rer. Regul.
 
tom. 7. cap. 10 et tom. 3. Verbo Alienat. num. 4.
 
E perché potrebbe nascere in taluno dubbio, e cercare che
 
cosa intenda per mobile prezioso, lo stesso Lezzana in summa
 
tom.7. cap.10 dice doversi intendere per beni preziosi mobili non
 
solamente vasi d'oro e di argento, gemme e simili; ma d'una
 
copiosa libreria, d'una mandria di armenti, moltitudine di alberi
 
anche non fruttiferi, poiché queste e simili cose si numerano e si
 
stimano  anche tra le cose immobili. E cercando lo stesso Lezzana
 
nel tom. 3. num. 7. quali siano le cose, che può il Regolare
 
alienare, risponde col Naldi in summa verb. Prelatus num. 7
 
e Gavanti supra num. 24 essere dichiarato dalla S. Congregazione
 
de Vescovi e Regolari dover essere di scudi 25. e il Naldi
 
  
 
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o per la violenza dell'impulso o meno per l'odio che la natura sia del vacuo, e simili sò che à tutto risponderebbe con un vergognoso silenzio. Se poi si scorre con gli occhi sopra i raggi di quanto produce la natura nella varietà delli coralli, e delli Animali testacei, e squammosi del mare nelle miniere della Terra, nelle coagulazioni ne i vali e nelli cristalli, nelli colori delle pietre, e mille altre cose, si stimerà una raccolta di cose inutili, e pascolo di occhio otioso mentre almeno almeno doverebbe ammirarle, perche come disse Galeno de usu pastium Lib. 3. cap. 10. Attonicum facit Idiotam materia, Artificem vero Artificii magni-
 
tudo. ma se tal'uno non ne concepisce maraviglia alcuna vi dichiararebbe non solamente Idiota, ma stupido di mente e simile a Democrito, che con riso irragionevole di tutto si burlava, venendo così a vilipendere le minime opere di Dio, le quali sono parti della Onnipotenza e oggetti di raggionevele meraviglia. Raffigurarei tal sorte di persone a quell'antico, il quale vantan-
 
dosi essere d.a setta delli filosofi vedendo un bel Tappeto nella Casa di Platone, con i piedi lordi di fango si pose a calpestarlo con dire Calco Platonis Fastum.
 
Non è fasto non è pompa il conservare una raccolta di oggetti eruditi a fine di approffittarsene, siccome non è vana pompa il conservare una copiosa libreria, un erudito studio di medaglie e simili, e riflettendo a quella che nel Collegio Romano si conserva, la vedremo custodita con un Breve di scomunica intimata dal santo Pontefice Gregorio XIII, il quale eretto il Collegio Romano vi pose il titolo, Pietati et bonis Artibus, in cui si comprende qualsivoglia facoltà di sapere, e se nelli volumi appartenenti (a cagione di esempio) alla istoria naturale si descrivono le opere della Natura, nel Museo si riconoscono li corpi medesimi, e senza andar vagando con la fantasia, si può sopra di essi filosofare con l'intelletto.
 
A chiunque contradicesse a questa verità soggiungerei che tacesse il suo sentimento senza palesarlo, poiche stimo che verrebbe deriso come accadde ad'un soggetto defunto, il quale per alcune sue doti era in stima appresso alcuni, quando, trattandosi di accrescere la libraria del Collegio Romano, si oppose con dire essere in esso superflua abbondanza di libri, per esso si ( soggiunse chi ne haveva maggiore intelligenza) il quale non ne elegge mai alcuno, ma non per tanti altri i quali li studiano. L'Università del Collegio Romano tanto accreditata in tutta l'Europa non si è avanzata a tal segno, perche in essa solamente si esamina se l'Ente sia univoco o vero equivoco, e se il Continuo habbia parti indivisibili, ma ben sì per li volumi composti da tanti insigni soggetti, per la varietà delle facoltà che si insegnano nelle sue scuole, e per l'erudizione, che
 
  
 
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si comunica a chi ne consulta le risposte ai quesiti o morali, o scolastici
 
e altre diverse materie.
 
A questo fine si sono istituiti e si conservano nell'Europa
 
gli eruditi musei, molti dei quali sono pubblicati con le stampe
 
a beneficio comune. Si gloria averne uno l'Università di Oxford
 
in Inghilterra, il monastero di S. Genoveffa in Parigi pubblicato dal
 
Padre Molinet Canonico Lateranense. Si mostra il Gabinetto pieno di erudite
 
medaglie nella Libreria del nostro Collegio in Lione, In Argentina,
 
in Anversa, siccome quello di Verona stampato dal Caludario
 
quello di Amsterdam pubblicato dal Rumfio, quello di Danimarca
 
del Beggero quello di<gap/> spiegato da<gap/> Quello del Settala
 
in Milano descritto dal Tessago; quello del Marchese Corpi
 
in Bologna, ora unito a quello dell'Aldrovandi; e accresciuto a
 
pubblico beneficio dal signor Conte Marsilii, e molti altri simili
 
fra i quali insigne è la raccolta conservata in molti Gabinetti nel
 
palazzo dell'Eminentissimo signor Cardinale Gualtieri insieme con la sua
 
copiosa libreria. I quali tutti mostrano con quanta ragione
 
si sia eretto il Museo del Collegio Romano, pubblicato anche in parte con la stampa, approvata da dottissimi revisori, e sottoscritta dal Reverendissimo Padre maestro del Sacro Palazzo onde con ogni con quale diligenza
 
si debba custodire dai Posteri.
 
Si rifletta alla stima, che si sono compiaciuti mostrare tanti
 
Personaggi per ogni conto riguardevoli, con essersi degnati
 
spontaneamente di vederlo e approvarlo; e volendone qui
 
rammentarne alcuni, cominciando a numerare quelli che tengono
 
il primo luogo nella Gerarchia ecclesiastica posso dire di averlo
 
onorato il signor Cardinali Carpegna Vicario del Papa in età di
 
70 anni e più, Marescotti, Negroni, Baduero, Spinola Camerlengo
 
di Santa Chiesa, Ghigi, Giansone, Imperiale, Poliganc, Barbarigo
 
Gualtieri, olivieri, orighi, odescalchi, Davia, Pico della mirandola
 
Priuli, Scotti, Caprara, Sonsedari, Guzzadino.
 
  
Se riflettiamo a personaggi di grado sublime fu onorato
+
=== 12v ===
dal Duca di Modena, dal Principe Langravio Catel, dal figlio
 
del Re d'Inghilterra. dal Principe elettorale di Baviera, dal
 
figlio del Re di Danimarca, dal Principe Gallicino, cognato del
 
Zar di Moscovia e da due nipoti di questo dal Conte Lamberg
 
Ambasciatore dell'Imperatore al Papa, dall'Ambre di Portogallo
 
Marchese di Fuentes, da due Ambasciatori di Venezia Landi
 
e Tiepoli, dall'Inviato del Re di Portogallo, da due Principi
 
Giustiniani, dal Principe Vaini, dal Principe di Sirmio odescalchi
 
dal Principe di Piombino, dall'Ambasciatore del Duca di
 
Savoia, dal Principe Ghigi, da due principi d' Altezza tedeschi
 
un Principe di Sassonia di linea elettorale, dal Principe
 
di Sonnino, dall'Ambre della Regina d'Inghilterra al Re di Tunisi,
 
  
=== 12v ===
 
 
=== 13r ===
 
=== 13r ===
 +
 
=== 13v ===
 
=== 13v ===
Riscatto, Camaldolesi e altri, da quali tutti è stato approvato e lodato
 
con encomii, onde hanno fatta instanza di poterlo rivedere, e concor-
 
demente hanno affermato che girando l'Europa non hanno trovata
 
una raccolta simile e conservata con il buon ordine che si vede di
 
cose tanto naturali quanto erudite,come nel Collegio Romano.
 
Se non si crede a quanto dico, si potranno leggere li fogli pubblici
 
e si troverà più volte nominato e lodato nelli Atti eruditi di
 
Lipsya. Si vedono li Giornali de Letterati pubblicati in Venezia
 
ogni mese, e vi si troverà lungamente descritto con encomii
 
da quelli cortesi non meno che dotti Scrittori. Si scorrino li
 
Giornali di Treux, e vi si troverà riferito da quelli ottimi e
 
eruditi Padri i quali li compongono. Sino i fogli degli avvisi
 
pubblici ne diedero contezza più volte e ultimamente essen-
 
dosi degnato di onorarlo il Principe Elettorale di Baviera
 
così pubblicarono alli 25 di Aprile di quest'anno 1716.
 
Domenica mattina il Principe Elettorale di Baviera dopo
 
udita messa nella chiesa de P.P. Giesuiti salì a vedere nel
 
Collegio Romano quel celebre Musco e qui è da sapersi che al medesimo la verità
 
di N. Sig.re Clemente XI ne diede la nota in scritto, acciòcche l'onorasse col vederlo.
 
Sarebbe vana pompa il registrare qui le lettere di huomini
 
scienziati, nelle quali si sono degnati farne elogii, e in esso
 
hanno notate molte cose nelli libretti di memoria, ove registrano
 
girando il mondo, le cose più notabili che vedono, e quantunque
 
molti di sette contrari alla Cattolica, e non affetti alla Religione
 
Romana, hanno con sincerità fatti encomii al Collegio Romano,
 
per haverlo veduto dotato di un singolare Museo.
 
Se dunque dalla miglior parte delli soggetti qualificati di
 
Europa viene approvato e a tutti i sudetti piace, per qual cagione non deve
 
approvarsi la comolazione comune?
 
e con amari pronostici potrà asserirsi la prossima futura destruzione
 
e dissipazione di tutto? altra ragione io non saprei addurre
 
se non che tutto proceder potrebbe dal mancamento delle notizie, che sù
 
questo affare ho registrate in questi fogli.
 
Sò che tal uno benche non biasimi l'opera, dissaprova il mos-
 
trarla agli esterni, stimando cosa non convenevole l'introdurli
 
in Casa Religiosa; se ciò habbia fondamento di sussistenza lascio
 
giudicarlo a chi vuole, solamente rifletto, non essere cosa diversa
 
l'introdurre in casa secolari per far vedere loro la libreria,
 
come di prattica in ogni Religione e nelli Collegii della Compagnia. In Roma
 
in Parigi, in Lione; in Anversa, in Napoli e cento altri delli
 
più celebri, quando mi viene fatta l'instansa, e sempre restano
 
edificati nel vedere in Case numerose di soggetti osservato un
 
rigoroso silenzio, e le mura spiranti di religiosa osservanza.
 
E perche tali querele più volte giunsero alle orecchie
 
  
 
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Sentendo dunque i lamenti di alcuni contro di me a cagione
 
che io introducevo gente per casa, e dicendomi tal'uno che ciò
 
non poteva durare, e che al più sino alla mia morte dopo la
 
quale la Galleria sarebbe svanita et per torre tali lamenti
 
e desideroso di dare gusto a tutti, esibii un modello, in cui si
 
continuava la scala nobile, e direttamente terminava in Galleria
 
ove in occasione di accesso i secolari sarebbero stati impediti di
 
potere girare per casa con chiudersi il cancello posto nel principio
 
di detta Galleria, e dissi essere tale modello approvato da molti
 
periti e soggetto del collegio, con cui mi pareva potessi ottenere
 
l'intento desiderato, e ne riferii lo scandaglio fatto dalla spesa
 
di circa scudi duecento. Vedutosi tal modello fu risposto, che non
 
era a bastanza escluso il forastiere dalla casa, e poi so' che
 
si è udito dirsi non darebbe fastidio la spesa, purchè si proponesse
 
altro disegno, con cui fossero affatto esclusi dal collegio i secolari.
 
Dopo questa dichiarazione, inerendo al desiderio che havevo
 
di dare gusto, ho esibiti due altri disegni, con i quali resta
 
impedito ogni accesso al domestico di casa, e possono essere intro-
 
dotti gli esterni nella Galleria, i quali sono stati parimenti
 
approvati dal Sigr. Cipriani e altri soggetti. Non potendosi opporre
 
[1] a delli disegni, ho saputo essersi concluso che non si potevano
 
porre in opera per mancanza di denaro. Se questa
 
opposizione sia sussistente non tocca a me l'esaminarla; mi
 
pare però che non sia coerente alla dichiarazione fatta
 
cioè che non havrebbe ritardato tale lavoro la spesa, bisognevole
 
per esso, quando si fosse proposto disegno, con cui si escludesse
 
l'accesso in casa del secolaro.
 
Comunque sia prego V. Ptà. di due grazie, l'una è l'assi-
 
curare chiunque contradice, che io non domando che si faccia
 
tale spesa; ma solamente ho proposto il modo, che si potrebbe
 
tenere per dar gusto a chi si lamentava non so' con quale
 
ragione, mentre il mostrare la Galleria non è stata cosa da me
 
introdotta ma praticata molto prima che tutti i soggetti quali vivono
 
ora in Collegio fossero ammessi nella Compagnia, e approvata dopo
 
il P. Hikel da quattro Prepositi Generali, e quanti superiori im-
 
mediati sono stati in tutto questo tempo nel Collegio Romano, che del
 
resto se non si giudica, e V.Ptà. comandarà che si desista, prego
 
V.P. (ed è la seconda grazia che chiedo) a volessi degnare di signi-
 
ficarmelo, perche io sono pronto a dare la negativa a chiunque
 
me ne farà l'instanza, anzi a portare le chiavi a V.P. acciocche
 
ne disponga nel modo che stimerà più opportuno, non havendoci io
 
interesse alcuno se non che ne risulti credito alla Università del
 
Collegio, e sarò contento che si gradisca il desiderio che ho
 
procurato havere, acciocche ogn'uno goda quel poco, che ho procurato
 
  
 
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di fare con le mie fatiche. Se poi si giudicava che si debba
 
seguitare il modo pratticato sin ora, chiedo umilmente che mi
 
dia prescritta la strada da tenersi in tale operazione
 
Aggiungo perfino un punto che a me è stato di non poca afflizione, mentre supponendosi senza fondamento , che io ricerchi
 
tale spesa mi viene rinfacciato da taluno, essere io debitore al
 
Collegio Romano di 300 scudi prestatimi per compiere la stampa
 
della stessa Galleria. A ciò rispondo che di tal benefizio ne
 
conservano eterna memoria a chi si degnò conferirmelo, ora
 
defunto; benchè cosa simile è stata conferita a molti e con molto
 
danno della cassa del Collegio. Dove che se chi oppone desidera
 
che io esibisca le spese da me fatte nella Galleria, potrà conoscere
 
averli già più che triplicatamente resi al Collegio, e quando
 
non si giudichi essere ciò bastante, potrà sapere che sono in
 
essere a favore del Collegio più di tre mila libre di rami
 
fatti da me intagliare, che potranno rinfrancare il prestito con
 
essere solamente venduti a peso di rame di piu trovarsi più
 
di mille scudi di libri, quali per grazia di Dio si vendono più
 
che a peso di carta. Ma se ciò non contenta il zelo che si ha
 
per la Procura del Collegio, e non si giudica aspettare che io muoia
 
sono contento a rivendere ciò che ho comprato a benefizio publico
 
e adeguare tal somma, al fine di renderla prontamente, non avendo io all'operato affetto superiore a quello che si deve avere
 
da un Religioso alle cose umane, e qui chiedo la vostra Benedizione
 
desideroso di eseguire quanto si degnerà comandare.
 
Di Vostra Paternità
 
Servo in X Filippo Bonanni
 
Lettosi tal foglio del Padre Generale si compiaque parteciparlo alla Consulta d'Italia, ove fu determinata la seguente risposta
 
in cui si vede uguale al paterno affetto di sua Paternità, la
 
capacità della sua mente, e rettitudine di prudenza con la
 
quale restò approvata, la stima universale di ciò che da pochissimi si disapprova. Così egli rispose in data 11 maggio 1716
 
E molto benemerita Vostra Reverenza di codesto Collegio per la
 
nobilissima Galleria, che con le sue lunghe fatiche e grosse spese
 
mirabilmente vi ha eretto. Io vivamente la ringrazio, molto
 
ben conoscendo questo suo singolare beneficio. Essa continui
 
a mostrarla agli esterni, come per tanti anni si è fatto
 
compiacendomi che un'opera così bella sia di godimento a tutti
 
con nostro decoro. Per la nuova scala da farsi a fine di impedire
 
il commercio di secolari, si vedrà poi il modo migliore che
 

Revision as of 10:55, 4 April 2017

Bonanni, Filippo. 'Notizie circa la Galleria del Collegio Romano'. (1709 ca.).

Name(s)
Title Historia circa la Galleria del Collegio Romano
Place of printing
Printer
Year ca.1709
Language(s) lat
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Bibliographic level Manuscript
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