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(... E truovo in una sua lettera di quando era già Cardinale e vecchio, che mandando ad alcuni suoi nipoti in dono una muta di poeti latini in premio e in ajuto de'loro studj d'umanità, v'aggiunge per ragione del non esser fra essi le comedie di Terenzio, tuttochè quella sia la più gentile e colta lingua dell'antichità,) "perchè à giovani [dice] la natura e l'età rendono assai dilettevole il leggere detti e fatti d'amore: e ne avvien sovente, che queggli, ch'erano amori altrui, divengano proprj, concependoli dentro al cuore col troppo affissarlisi nella mente. Inteneriscono senza avvedersene quelle lor tenerezze, e affezionano que'loro affetti. Così il finto amore d'un libro dispon l'animo del suo lettore a riceverne alcun vero: nè gli manca ad accendersi altro che l'appressarglisi d'una scintilla."