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in una cantinetta ben serrata à chiave, per schivar le burle de conclavisti; ne berà vino, che gli sia donato, per non mutar la sua consuetudine, ne alterar la natura; se bene si deve accettar li donativi esculenti, e potulenti, ringratiar chi lo dona, e lodarglieli, dimostrando haverli gustati; per non dar, ne ricever disgusti, che gli turbassero l'animo, et la sanità, mà potran servir per li conclavisti.
La terza è il sonno, e la vigilia; nel che conserverà il suo costume, dormendo le sue solite hore, svegliandosi al hora consueta, quando però haverà dormito l'ordinario; altrimenti qual che, per qualche causa, non si è potuto far la notte, si supplisca la mattina.
La quarta è la quiete, el moto, del corpo, e del'animo; quietare con l'una, e l'altra parte doppo il cibo, per spatio d'un'hora almeno. Conservarà la sua consuetudine andando à riposare, e levandosi al'hora solita; quanto pero ha quietato la notte, reciti il suo offitio, faccia la solita oration' mentale, celebri la messa; poi attendi alli negotii del Conclave, assistendo alla messa publica, allo scrutinio; e trattando con li altri Ill.mi SS.ri e se gli avanza tempo, dia qualche passeggiata in loco allegro. Credo che l'età, e la prudentia di V.S. Ill.ma ricerchino che lei non si affatichi nel negotio, ne nel includer questo, è escluder quel altro, essendo questa fatica, et opera da lassare à giovanni, et alli capi di fattione, e se lei ci si intromettesse, potria forse trovar pochi inclinati, come à lei, al servitio di Dio, et util publico, molti al interesse privato; ne leggi del Conclave nel creare il Pontefice gli darebbono aiuto, essendo turbate dal'autorita, potenza, forza, timore, speranza, pratiche, e denaro. Il che nel animo giusto di V.S. Ill.ma potria cagionare alteration' grande, che redundando nel corpo (anima enim agit in corpus, et corpus in animam [Arist. cap.I Physiogn.] gli turberebbe la sanità, et indurrebbe qualche indispositione.
La quinta è l'inanitione[1], e repletione[2]. Se bene dal parco vitto di V.S. Ill.ma non può nascer repletion d'humori; nondimeno per esser lei alquanto stitica di corpo, in queste costitutioni boreali, che lo ristringano, può occorrer repletion' di fecce ritenute. Perciò sel'corpo non obedisse ogni giorno, lo aiuti con qualche minestra di bieta, borraggine, ò herbe simili con passerina di levante, ò brugne dolci, ò col magnare al principio del pasto otto fichi secchi grassi, ò del uva passa levantina polputa, e grassa, cruda, ò cotta col zuccaro, ò con un poco di manna. Può ancora aiutare il corpo con li confetti, che si adoprano à modo di supposte.
La sesta cosa, che ci dà, ò toglie la sanità, son'l'accidenti del'animo[3], quali quanto son più potenti, tanto più in minor tempo, e con maggior violenza alterano il nostro corpo, e se ben l'animo di V.S.


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  1. "Evacuazione: "a la quale inanizione et votamento di vene sequiteria tal materia et anderebbe in tra le vene". Motolese, M., Lo male rotundo. Il lessico della fisiologia e della patologia nei trattati di peste fra Quattro e Cinquecento. Aracne, 2004, p. 190.
  2. "Aumento eccessivo della massa sanguigna in un organo o nell’intero organismo; anche: eccesso di umori; costipazione’". ID., p. 269.
  3. Riguardo gli accidenti dell'animo o le passioni dell'animo e la loro influenza sul corpo vedi Petronio. A., Del Viver delli Romani et di conservar la sanità di M. Alessandro Petronio [...], Roma, 1592, p. 342.