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Molto Ill.re signor cugino, La morte di mio fratello à me ha apportato una grandissima consolazione, perche stavo con un timore grandissimo, che la sua indisposizione del cervello l'accompagnasse fino alla morte inclusive. Ma havendo inteso, che molti giorni prima di morire sia tornato perfettamente in se, et habbia riconosciuto li suoi figlioli, et benedetti, et essortati come conveniva, et preso tutti li santi sacramenti con molta devotione, ho ricevuto tanta consolatione, et allegrezza, che ha impedito ogni sorte di dolore; massime havendo il P. Generale ordinato à tutti li sacerdoti della compagnia di Roma, che dicessero le messe per l'anima di lui. Io non penso di havere à vivere molto, nondimeno quel poco, che mi avanza, volentieri lo spenderò in servitio di V.S. et di casa sua. Et con questa fine, prego da Dio à lei, et à tutta la sua casa ogni sorte di consolatione. Di Roma li 22 di Settembre 1620.
Di V.S. molto Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il Card.le Bellarmino.
Signor Antonio Cervini.
Ad Vivo.
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Al molto ill.re Signor Cugino, il Signor Antonio Cervini
Ad Vivo