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Ill.mo e Rev.mo Signore e padrone mio col.mo
Mi conoscho esser troppo importuno, mentre, essendo certo quanto V.S. Ill.ma sia da negotii di maggior portata impedita, non perciò cesso di cumularla d'altri travagli. Mi persuado nondimeno trovar'luogo di giusta scusa, mentre l'ardire de'Signori canonici Preti, i quali nonostante la espressa voluntà di monsignor Arcivescovo di non voler innovationi, le constitutioni da quello fatte con l'osservanza et le immemorabili consuetudini della Chiesa, tentano di volere introdurre il cerimoniale per confondere l'ordine sin'dalla fundatione di questa chiesa con tanta quiete osservato, stante la distinctione delle dignità, primicerii, preti, diaconi et subdiaconi con l'assignamento dato à ciascheduno secondo la prerogativa del grado, à ciò mi spinge. Verrà dunque V.S. Ill.ma informata come hieri 15 del corrente fui intimato acciò dovessi proponere le mie ragioni nella prima congregatione de'Riti si dovrà fare, assignando la causa per la quale non deve osservarsi il ceremoniale in tutto quel che comanda. E' vero, Ill.mo Signore, in quanto all'ordine che in questo devo esser citato io et il decano mio zio, spettando à ciascheduno di noi l'interesse, il che dalla citatione non apparisce, come vedrà, pigliando quella per quel verso che vogliono. Inoltre si deve citare l'Archidiacono et li Primicerii che vi hanno maggior interesse che non vi ho io in questi particolari, et non sono stati citati, et per ciò non può trattarsi di tal'causa.
In quanto ai meriti poi di quella non ha dubio che non mi si può togliere mi vengha dato il termine per provare l'immemorabile consuetudine di quanto hoggi s'osserva in questa chiesa, la quale conforme da cotesta Sacra congregatione è stato dichiarato non vien'tolta dal cerimoniale; e per questo fò instanza,domandando lettere per la prova di quella, e frà questo mentre, non può innovarsi o farsi ordine alcuno ma ben devono rimanere le cose
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