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Ill.mo e Rev.mo Signore
Io veggo che l'ill.mo Sig.r arcivescovo di Roano non cessarà mai sin tanto che V.S. Ill.ma non habbia fatta l'opera incominciata per i prelati. Egli con tanta sodisfattione de'popoli sta occupato nelle visite del suo arcivescovato e così volentieri s'affatica per la sua mandra che certo merita questa grafia da V.S. Ill.ma. Lei coll'ultima sua si compiacque dire che l'harebbe fat to ancora per amor mio, se l'havesse potuto, ma ch'in questa età non poteva più. Dio e V.S. Ill.ma ponno ogni cosa: per poco che vi si metta questo settembre, dilatando un poco quel trattato, bastarà e farà un servitio notabilissimo à Dio N.ro Sig.re. Nella sua persona Roma vede l'idea d'un vero cardinale: habbia ancora la posterità qualche suo libro in cui vegga l'idea d'un perfetto prelato. La Francia ne ha gran bisogno e tutta la Chiesa per mia bocca dimanda questa grafia dalla singolarissima bontà di V.S. Ill.ma, e quando non vi fosse altro che la bontà, virtù e meriti di monsignor di Roano, realmente ch'egli saria degno che lei facesse l'impossibile possibile. Io le bascio le mani e resto
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma Humilissimo et inutilissimo servo in Christo Stefano Binetti. Parigi, li 28 maggio 1618. Io mi scordavo di dire à V.S. Ill.ma quel che lei desidera di saper. E' verissimo ch'il collegio nostro di Parigi è restituito, hoggi vi si legge in tutte le scuole, v'è concorso fioritissimo, quanto può esser in questa staggione. Non si può dire con quanta bontà il Re ha voluto fare questa gratia alla Compagnia, non os tanti li contradittioni gagliardissime della Sorbonna e della Università. E' ben vero che non sono piu di cinque o sei capi principali che fauno tutto il rumore, tutto che sia stato scritto à Sua Santità il contrario: i più savii della Sorbona e dell'Università
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