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Ill.mo et R.mo Sig.re mio colend.mo
Con la commodità del presente giovane, qual ho servito alchuni Ill.mi Cardinali nella città di Roma et era mio paggio, sino al tempo ch'io era in Asti, quando fui si sventurato di ricever l'Ill.ma persona sua in casa mia, hò voluto farli humilissima riverenza et dessiderarli in questo primo giorno dell'anno molti felicissimi anni et pregharli da Dio, quando sii suo divino beneplacito che gli fusse dato un giorno occasione che, raccordandosi di questo suo servitore vecchio, mi comandasse di authorità assoluta d'arrivar da lei per ricever da lei la benedittione desiderata. Con quest'istessa lettera sarà da me svisata, si come il mio figliolo Giesuita, doppo haver sostentato conclusioni di filosophia in Millano, l'hanno mandato nel Mondovì per maestro di una delle scuole et intendo dalli padri che fa honorata reuscita. Di tutto questo n'è stato divino istromento V.S. Ill.ma. La supplico d'amarme et comandarme, assicurandola che nel Senato quando si tratta delle cause sue, come poche fa d'una certa causa amphiteoticha, non manche tenerne il conto ch'io devo, et ultimamente diedi ordine a gl'avocati di scrivere, accio la cosa fosse ben intesa. Et qui finisco questa mia senza mai finir d'amarla et osservarla et le pregho da Dio ogni vero bene. Torino, il primo del 1618.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Devotissimo servitore
Il Presidente Pergamo.
Mons Ill.mo Belarmino
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Si risponda che, se Sua Signoria mi volesse bene da vero, non desiderarebbe quello che lei accenda nella sua lettera; ma più to di uscir presto dè' pericoli di questo mare et arrivare al sicu porto. Hò havuto caro sapere il buon progresso del suo caro figlio e mio carissimo fratello con il quale ho questa similitudine che bito finito il corso di filosofia e difese le conclusioni, fui mandato leggere humanità a Mondavi, dove allora era l'università. Ringratio l'aiuto che si degna dare alle cose mie nel senato etc.