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Ill.re Sig.or. Ho hauto molto caro che la mia sorella si sia contentata del partito di dare li mille scudi à censo, à dodici per cento, à mio fratello et sua consorte et heredi in vita di mia sorella. Et non saprei trovare miglior mezo di V.S. per fare il contratto, et à lei in tutto mi rimetto, eccetto in qual punto di mettere il prezzo del grano, che non si possa mutare, perche io credo, o al meno dubito, che non si possa fare giustamente, perche variandosi il prezzo del grano, quando valerà piu di quello che nella conventione si è tassato, chi pagarà dodici per cento, pagarà piu del giusto, et per il contrario, quando valerà manco di quello che si è tassato, chi pagarà dodici per cento,pagarà manco del giusto. Meglio sarà pigliare il grano al prezzo corrente nella ricolta, et così del vino et olio, et il resto pigliarlo in denari, con le debite cautele. Quando haveranno stabilito il contratto, svisino,che si mandaranno li denari, cio è mille scudi alla romana, ò mille piastre alla fiorentina, ma desidero che si mettine subito in stabili. Et quando si potesse persuadere al Sig.or Gasparo Bellarmini, ò à suo padre, che volessero vendere quello che hanno in Marchiana, credo che saria ben fatto comprarlo, et con questo potria il Sig.or Gasparo pagare li suoi debiti, che ha in Roma. In somma mi rimetto à loro.
Il mio confessore non ha ancora finito di rescrivere quello che vole da quel libretta, ma subito finito, lo rimandarò con buona occasione. Il Sig.re gli dia ogni contento. Di Roma li 20 di Decembre 1617.
Di V.S.
Amorevolissimo
Il Card.le Bellarmino.
All'ill.re Sig.or il Sig.or Giuseppe Vignanesi
Montepulciano.