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Molto Ill.re sig.ra sorella, Mi ha detto un frate di S.Fran cesco, che V.S. desidera, che quello,che io gli lasso doppo la morte mia, fusse tale, che bastasse anco al sig.or Bartoletto, fin che Dio gli darà vita, ancor ohe sopra vivesse à V.S. come è verisimile, per esser piu giovane. Io dirò quello, che ho fatto. Ho messo ne monti non vacabili à nome di V.S. mille scudi, i quali hora fruttano quattro percento, ma doppo la morte mia, ò ancor prima, potrianosi levare, et darli à censo vitalitio, et se ne trovaria hora, dodici percento, et piu, perche due anni fa, se ne trovaranna dodici, hora che lei è piu vecchia, se ne trovaranno piu; et piu si aspetta, piu se ne trovaranno. Et non sarà difficile, metterli in due vite, cioè di V.S. et del sig.or Bartoletto; ma con questa conditione, che in vita di V.S. fruttino dodici percento, ò piu secondo il tempo, che si farà il contratto del censo: ma poi, morta V.S. et restando solo il sig.or Bartoletto, si sminuisca il censo per la metà. Questo è quello che hora gli posso dire, et se gli piace, che si faccia hora questo censo vitalitio, me l'avisi: ma, coma ho detto, piu tardi si fa, piu cresce. Mi avisi, quanti anni di età habbia il sig.or Bartoletto, et quanti ne habbia lei, se bene credo, che ne habbia sessanta otto.
Il P.Rettore del collegio non mi ha mai scritto niente intorno alla figliola di madoña Silvia Bernardini, che sa si desiderava andasse à star co'l suo marito per levare le dicerie, essendo giovane. Iddio la conservi, con il suo consorte. Di Roma li 20 di Maggio 1617.
Di V.S.
fratello aff.mo
Il Card.le Bellarmino.
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Alla molto ill.re Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini, ne Burratti
Montepulciano.