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Molto Ill.re Signora sorella, La morte del nostro nipote à me non ha dato fastidio, perche io sempre temevo di qualche mala riuscita, essendo giovane poco maturo,et assai di suo capo, onde havendolo Iddio tirato cosi presto à se, ho ringratiato Iddio, che habbia liberato lui di pericolo, et me di timore; et à ciò lei intenda, che poco giuditio haveva, consideri che senza volermi far consapevole delle sue cose, ha lasciato piu di due milia scudi di debito: et pure io l'havevo provisto di letto con trabacca honorata, et di piu vesti, et di libri: onde poteva con dugento scudi di piu mettersi in ordine, et cosi molti piangeranno per non potersi pagare: et io, se bene non sono obligato, per charità bisognerai, che paghi piu centinara di scudi.
Il P.Rettore del collegio di Montepulciano mi ha detto, che V.S. per non potere vestirsi di scoruccio, non esce di casa. Io gli mandaria il panno, ma non so quando haverà commodità di mandarlo, et perche il cotone non si fà à Roma, ma viene di Fiorenza, ò dalla Marca, però qua è molto caro,pagandosi piu gabelle; et per questo giudico piu espediente, che lei lo compri costì, et taccisi far credenza per poco tempo, e scriva qua la spesa,che ha fatta, che gli manderà li denari per il Vetturale, quando verrà. Con questo mi ha ancora detto il P.Rettore, che lei pretendeva dal Vescovo non so che cortine, ma bisogna haver patienza, perche tutta la robba sua è in camerata, et se si potrà haver qualche cosa per pagare qualche debito di Medici, ò medicine, ò salario di servitori, non sarà poco.
Iddio la consoli, et conservi. Di Roma li 26 di Novembre 1616.
Di V.S. fratello aff.mo
Il Card.le Bellarmino.
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Alla m.to ill.re Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini, ne Burratti
Montepulciano.