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Al Signor cardinale Bellarmino, del primo novembre 1616.
Sono ultimamente comparsi qui cinque monaci Celestini fuggiti, l'uno dal convento d'Avignone, e gl'altri da quello di Gentilly con scandalo de'buoni et all'avvantaggio del padre Marseglia et altri suoi seguaci contumaci. In che, se bene mi costa per informationi fattesi sul luogo a instanza del medesimo padre Priore, che niuna altra causa ha sedotti i cinque monaci prefati, che la loro vita libertina, superba e disobediente, nondimeno hò stimato esser mio debito di darne parte à V.S. Ill.ma, come fò, et di dirle che per avventura sarebbe bene, ch'ella incaricasse monsignor Vicelegato d'Avignone di pigliar nuova essattissima informatione di questo fatto accio, constando da esse che il detto Priore sia colpevole di cosa alcuna contraria alle constitutioni dell'ordine, et alla ri forma introdotta in quei monasterii, sia deposto e ne sia instituito un'altro, che meglio osservi quel che conviene, et apparisca a tutti che quello che si fa contro questi pretesi superiori de Celestini, non si fà in consideratione della persona di detto Priore, ò d'alcun'altro, ma solo a contemplatione della riformatione sudetta, ch'essi aborriscono e ricusano. .