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Molto ill.re et R.mo Sig.or come fratello, Mi si dice che V.S. R.ma ha ordine della Ruota di deputar'un giudice, che servi il pro cesso fatto in una causa che verte fra Monsig.or Vulpio et li Padri Gesuiti, et che havendo io detto al suo Agente che bene che V.S. R.ma non si intrighi in cause che possine dar disgusto al suddetto Monsignor, lei sta dubbiosa in quello che debbia fare; et sono pregato di dirgli il mio parere. Io non posso dar'altro consiglio che quello che pigliare! per me. Se V.S. R.ma fusse libera et potesse senza offender la giustitia ritirarsi, faria bene per non dispiacere all'amico; ma se non può ritirarsi senza peccato, havendo il precetto d'obedienza,come mi si presuppone, dal tribunal della Ruo ta; et anco se non si puo ritirare senza nuocere alla parte et impedire il progresso della giustitia, io dico che deve caminar'avanti con deputare il giudice et scusarsi con lettera appresso Monsig.r Vulpio, con dirgli che lei ha fatto questo per obedienza, et perche sapeva che non era atto pregiuditiale alla causa sua, et che in quello che sarà in libertà sua, procurarà di non dargli disgusto, anzi obedirla et servirla, etc. Et se vorrà anco dire, scrivendo à Monsig.r Vulpio, che io gl'ho dato questo consiglio, mi rimetto alla sua prudenza. Con questo mi raccomando alle sue orationi. Di Roma li 18 di Luglio 1615.
Di V.S. m.to ill.re et R.ma
Come fratello aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino.
Monsg.r Vescovo della Ripa
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Al molto Ill.re R.m Sig.or come fratello Mons.r
Vescovo della Ripa