Molto illustre et R.mo Signor come fratello. Scrissi già molte settimane sono al Vescovo di Comana[1] essortandolo à far volentieri l'offitio di Vicario, secondo le capitulationi, et in ogni altra cosa mostrarsi ossequentissimo al volere et comandi di V. S. R.ma. Mi ha risposto che procurarà di dar ogni giusta sodisfattione à V. S. R.ma, ma che quanto alle capitulationi, dice che lui non si obligo à servirle, et massime quello di esser Vicario. Et la ragione è perche, consultando questo in Roma, gli fu risposto che saria stata simonia obligarsi ad esser Vicario. Et di più esso dice che essendo l'offitio di Vescovo, offitio paterno, et quello di Vicario, offitio di giudice, per ordinario il Vescovo è amato, et il Vicario odiato. Onde non conviene che quello che ha da esser Vescovo, cominci à farsi odiare facendo l'offitio di Vicario et poi di Vescovo. Mi è parso scrivergli queste due parole, à cio lei consideri che il Vescovo di Comana non ha del tutto il torto, fuggendo di far'offitio di Vicario, etc.
Monsig.or Vescovo di Nicotera[2]
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