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Ill. ri et molto Rev. Signori. La causa per la quale io non risposi all'altra lettera fù, a ciò le SS. VV. intendessero che io ero risoluto et sono di non m'intrigare in cosa veruna di cotesta chiesa, ne in male, ne in bene: non in male, perche saria peccato, non in bene, perche hò provato già più volte che non posso dargli sodisfattione. Io so che loro si lamentano della riforma delle constitutioni, et che alcuni di loro hanno detto volere operare che siano guaste etiam con ricorrere al Principe seculare. Loro sanno che mi hanno pregato di riformare le constitutioni, et hanno fatto un'compromesso sottoscritto da tutti, et hanno da sapere, se non lo sanno che tutto quello che loro desideravano fù da me proposto à N. S. il quale non volse che si guastasse niente di quello che haveva fatto il Card.le S.ta Croce con autorità di Papa Paolo Terzo, eccetto quel lo che fusse necessario, per essere hora chiesa cathedrale quella che era collegiata: ò vero che fusse contrario al concilio di Trento, ò altri decreti Pontificii fatti di poi, et volse la S.tà Sua vedere tutte le constitutioni et la riforma, prima che l'approvasse. Si che quello che gli dispiace non è mio, ma del Card. S.ta Croce, et di Papa Paulo V. ne à me conviene volere andare contra la mente di un Card. le cosi savio et santo, come fù il Card.l S.ta Croce, ò contra la volontà di N. S. che stà in terra in luogo di Dio.
Quanto al S'r Vicario non posso approvare il fatto suo, massime di trovarsi à giocare con secolari, et far questione: ma ne anco posso biasimare il rigore usato in fare osservare le constitutioni, poiche era costretto à farlo dal commandamento espresso di N.S. Dello rimedio al caso seguito lassarò che ci pensino quelli a chi tocca pensarci, et io pregarò Dio che ci metta la sua santa mano, et dia alle SS. VV. ogni contento, con pregarle che habbiano à bene la mia risolutione di non pensare à cotesta chiesa ò capitolo, massime havendo io occupazioni molte, et non piccole in questa Corte, le quali non mi danno tempo di pensare ad oltra cose. Di Roma li 14 di Novembre 1614.
Delle SS.VV. Ill.ri et M.to Rev.
Come fratello.
Il (etc)