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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Ho preso molto piacere di haver visto il sig. Francesco Maria, et mi è riuscito à punto, come mi era stato dipinto dall'Abbate, mio nipote, modesto, et savio, et di buona presenza. Et se bene io desidero a V. S. maggior nuora, et di dote più grande che non è Maria, mia nipote, tutta via quando mio fratello si risolvesse, io non potria metterla meglio, che in casa sua, quando fusse ancora di sodisfattione di V. S. et della sig.ra sua consorte. Ma finche non ci è altra resolutione, V. S. non manchi cercare cosa migliore, et trovandola, non lassi di pigliarla, che quello, che sarà piu utile, et piu honorevole per lei, sarà sempre a me gratissimo.
Quanto al sig.or Marcello, io ero di parere, che al Novembre seguente dell'anno 1614 cominciasse lo studio della legge, nella città di Siena, per esservi buona'aria, et luogo vicino à Montepulciano, et esservi il sig.or Alcibiade Luccarino buoniss.o Dottore, et nostro amico: et potendovisi mantenere senza spesa di casa, bastandogli per il vitto la sua pensione, et anco perche l'anno che viene verranno quali tre figlioli di mio fratello, et la mia casa non è capace di tante persone. Ma il sig.or Francesco Maria, con il quale ho communicato questo mio pensiero, non l'approva, et dice che V. S. vole, che il sig.or Marcello seguiti li studii in Roma, et se non sarà luogo in casa mia, pigliarà una casa vicina. Io ci ho difficultà, perche se lui stia fuora di casa mia, et cominci a praticare con li scholari della Sapienza, ho gran timore, che non si sii, et faccia qualche scappata, perche esso è vivace, et nel maggior pericolo dell'adolescenza; et à me pare, che saria piu sicuro in Siena, che è città piccola, et V. S. potrà ogni giorno haverne nuova, et bisognando trasferirsi colà. Lo stare alla corte di Roma non giova alli giovanetti, come è lui, massime non havendo in casa chi lo tenga à freno: ma si bene gli potrà, quando sia Dottore, et un poco piu maturo. Se V. S. mi dava il sig.or Francesco Maria per mandarlo avanti nelli studii, et nella
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