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Beatissimo Padre
In questo mio ritiramento, avendo con qualche diligentia considerato i quattro novissimi et la vita et passione di Nostro Signore Christo Giesu, et in particulare i miei peccati di tutta la vita, ho trovato fra gl'altri mancamenti miei un timor vano, che ho semprwe bevuto di non offendere la S.tà V., se gl'havesse rappresentato quello che mi occorreva intorno al ben commune di Santa Chiesa. Et considerando l'essempio di S.Ambrosio, che con somma libertà svisava l'imperatori, et di S.Bernardo, che con simile libertà scriveva a Papa Eugenio terzo, et, per lassare gl'altri, di Pietro di Soto, che scrisse quella bella epistola a Papa Pio quarto, quale una volta io mostrai alla S.tà V. ho preso ardire di mandar gli l'incluso foglio, perchè vedo che può giovare, et non nuocere, essendo questa una scrittura secreta, quale nessuno ha vista, et la S.tà V. la può stracciare et brusciare, se gli pare che non sia a proposito. Di questo solo la supplico, che mi creda che io ho sempre amata la persona sua dal principio che cominciai a conoscerla, et gl'ho desiderato et desidero somma felicità, non solo in questa vita, che passa come un'ombra, ma molto più nell'altra, che è eterna. Et con questo fine m'inchino alli suoi santi piedi, baciandoli con ogni humiltà et reverenza. Dal novitiato di S.Andrea, li 13 d'ottobre 1612.
Di V.S.tà
devotissimo, humilissimo et obligatissimo servo
R.Card. Bellarmino.
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Alla S.tà di N.ro Sig.re.