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di poterlo tirare avanti, massime uniti insieme il Sig.or Card. Farnese, et io a trovargli qualche pensione, et poi cose maggiori. Il maggiore di ragione haverà da attendere alla casa, et per questo ha scienza, che basta, et forse trovandogli un buon matrimonio, si potria con la dote liberare la casa da debiti. Et quando pure volesse V.S. farlo studiar legge, non bisognaria, che perdesse più tempo in altre scienze, essendo già di venti anni, o poco meno, et in tal caso Roma non è a proposito, perchè vi sono scuole infelicissime, et ci bisognaria la licenza del G.Duca. Assai meglio sono Siena o Pisa.
Io ho desiderato gran tempo di tenerne uno, o tutti due in casa mia: ma non l'ho fatto per due ragioni, p.°, per non mettere in gelosia mio fratello, et gli altri parenti, et esser causa d'inimicitia fra loro. 2° perchè non fariano quel profitto nelle scienze, et virtù in casa mia, che fuora, se pure io non volesse tenergli maestri in casa, et servitori secondo il grado loro, il che a me è impossibile, atteso le poche entrate, et le molte spese. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma il p.° d'Ottobre 1611.
Di V.S. m.to ill.re
Cugino aff.mo per servirla sempre
il card.le Bellarmino.
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Al m.to ill.re Sig.or cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Vivo, o Montepulciano.