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Il contento sentito da V. S. Ill.ma per la mia promotione al cardinalato non puol essere se non grande mercè della bontà con che ella governa i gusti et gl'appetiti suoi, et essendomi perciò tale rappresentato da lei, io che con gl'honori sono fatto poco megliore per la mia debolezza, a servirla, non posso per hora se non renderne a V. S. Ill.ma humilissime grazie sperando che se io non potrò andar avanzando et esser più atto a poter far cosa di suo gusto, me favorirà con l'honor de suoi commandamenti, come la supplico, che qual io mi sia di presente, le offero l'humilissima servitù mia, come ho fatto con altre mie, e con ogni, etc.