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Molto Ill.re S.r mio oss.mio[1].
Per informarmi de nomi di parenti più stretti di quei canonici, et di quel D. fran.co Trafacci clerico che haveva eseguita [e intimata?] la citatione di Roma mi valsi di M.o franc. Marelli Cav. al Monte de Pietà dal quale mi era stato presentato il p.mo memoriale et mostratomi la citatione eseguita, et da lui mi furono dati in nota sei, et lo pregai di segretezza. Poi chiamai il bargello di qua perchè giuvasse lui e questa esecutione et gli commessi espressamente che nè in Montepulciano, nè in Firenze non dicesse nè alli catturati, nè a loro parenti, nè ad altri a [i-]stanza di chi fusse in particolare fatta la cattura. Et questa mattina mi ha data l'aggiunta nota della carceratione di cinque delli subditti sei nominati condotti in questo carcere di Firenze, et io non ho conferito con'altri che con il ? et con il mio Canc.re che fui sicuro che da loro non è uscito altro, massime che per la lettera dell'abbate della Ciaia si vede che prima si...sparse questa voce dell'esecutione, et mi dispiace che siano seguite, et andato attorno le Relationi che si dicano ancorchè si possa dubitare che questo Abbate sia raportato in buona parte dal proprio interesse, et affetto poi che non si può scusare d'haver voluto fare quell'esecutione in quella maniera con per cautela servitosi d'un Clerico dubitando che i laici non l'havessino voluta fare, che dimostra chiaramente la loro intentione sendo notorio che l'esecutioni di Roma non si permettono senza che ottenghino l'esequatur de ministri di S. A. Con questo bisogna tenere fermo et immobile per transematione? della jurisditione di S. A.za che una volta che si permettasi, basterebbe, et la porta resterebbe aperta per sempre e per tutti .
Quando si fanno simili esecutioni trasversali in laici rispetto e clerici si suole andare circumspetti et cautelati, e spero di questa esecutione non ne apparisce commessione nè scrittura alcuna, nè qua nè a Montepulciano, nè alarme. Et al bargello ho questa mattina replicato che non dica nulla, et per me pare che per lettera malamente si possa rispondere all'Abbate della Ciaia cosa di sustantia per che non conviene scrivere, nè mettere in carta cosa alcuna in meritis che subito andrebbero in Roma, con questo credo sia quello che lui desideri et procuri perchè il Card.le Bellarmino ne facera rumore con il Papa...come si risponda altrimenti pare che si voglia burlare.
Però crederai che fusse a proposito che V.S. scrivendo sene stesso in [termini generali, con solamente toccare che sendo stati presi vassalli laici di S. A. possono essere et ritenuti, et gastigati per diversi devitti per i quali S. A. non deve darne conto ad alcuno, et così si fece certi anni sono in una simil causa di fortuna che furono presi et condotti qua nella la Corte...et fino che i canonici et il Vescovo non rinuntiorno voluntariamente a certo appello [A° 1605, lettera 523?] non si rilassorno et bisogna che il Ser.mo Gran Duca et M.ma Ser.ma supponghino di havere a sentire lettere et doglienze del Card. Bellarmino, et credono che sarà necessario prepararsi alla risposta et che


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  1. Curzio Picchena. Vedi Wikipedia.