Page:EBC 1611 09 06 1091bis.pdf/1

From GATE
This page has been proofread

Molt'Ill.re Sig.re Pron oss.mo
Ricevei una di V.S. scritta a di 27 del passato, e non risposi con col'ordinario, perchè ero in procinto per rispondere in voce, ma bora per nuovo accidente ritardo per qualche giorno la venuta. Da questa mi certifico,che una mia lunga,che le scrissi, come le accennai per quella che le recò il Sr. Arcidiacono così (?) mal capitate, e però replicherò quello,che in essa si conteneva.
Fu dal Vicario Mattei unita in virtù di breve Apostolico la Parrochia di S.Bernardo a quella di Sta Mostiola,e l'entrate di S.ta Mostiola al Capitolo, della quale poi riclamatosi il populo, o per dir meglio alcuni pochi [in] amici della casa del S.r Cardinal mio Zio, portati, e favoriti da altra persona altrettanto iniqua, quanto emula della grandezzate bontà del med.o mio Zio, contro del quale, benchè per via indiretta ha machinato sempre gran cose fu dal med.o Vicario data sentenza contro di loro, della quale appellarono al Nuntio Giudice delle seconde instanze, dal cui Auditore fu data sentenza contro dell'unione, et del Cap.lo del cui interesse si trovava. Questi sentendosi gravato rincorse agl'Apostoli, e la S.tà di N.S. dommene (?) questa causa per buona giustitia in Ruota, di dove uscì Inibitione in forma, che Nihil attentarent de novo, et fu mandata qua con instruttione del modo, con che si doveva intimare: Io come nuovo delle cose di giurisdittione in questo stato, domandai se simili scritture ricercavano il Placet di S.A. Mi fu detto di no, et appresso confirmato da Mons.re Nuntio, con tutto ciò soprasedei alcuni giorni l'essecutione al ministro, al quale il Capitolo l 'haveva commesso, perchè pensavo poter quietare,come haverei quietato, se non fosse sopra giunto chi non vuol pace, ne quiete, per mostrare, che il Governo del S.r Car dinale tanto giusto, è pro sia causa di rumori , e disturbi, e ne parlai con il luogotenente Contucci uno de deputati di quel popolo, il quale mi fece grandiss.ma istanza, che havessi lassato esserguirlo, mentre gli dicevo, che mi dispiaccevano queste malagevolezze, et che haverei desiderato poter renderli capaci, e consolarli, fui però persuaso a compiacerlo lassando esseguire tal' ordine. Indi a pochi giorni fu detto assai publicamente, che S.A. haveria fatto carcerare i secolari parenti de canonici, et a me ordinare lo sfratto dalli suoi stati. In apparenza la dissimulai, ancorchè mi passasse le viscere dell'anima, perchè o gl'era la verità, e così non poteva non dispiacermi l' esser in malcontento del mio Prencipe naturale, et appresso di cui se la fedeltà e devotione merita cosa alcuna,devo essere di qualche merito: o se pur falso,mi dispiaceva che con tanta pocha reverenza, con la quale portavano in bocca parole così gravi di S.A. Diedi conto di ciò al S.r Card.le il quale mi scrisse, che ne haveva parlato con l'Ambasciatore per sapere il vero di questa voce, aggiongendomi, che non poteva credere questo sdegno in S.A. ne temere un precetto di questa sorte, non havendo io errato, ne il Capitolo, che
---page break---