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Molto ili.re fratello. Il Rampacelo parlò al segretario della congregatione per ottenere licenza di mettere Zenobia nel monasterio di S. Girolamo, et hebbe la negativa. Per questo venne da me, a cio io avisasse il segretario. Io parlai all'intesso secretario, che è un mio amico, come consultore del Sto Offitio, et mi disse, che tiene il negotio per impossibile. Et quanto alla figliola di tre anni non ci è veramente speranza veruna, essendosi questo negato a signore di grandissima nobiltà. Si che se Zenobia non vole entrare senza la figliola, come V.S. accenna, non ho speranza di far niente.
Quando voglia entrar sola, V.S. lo svisi, che provarò di nuovo, se bene mi disse il segretario, che la congregatione ha serrato la porta alle vedove, eccetto quando vogliano farsi monache. Et è certo che nuoce molto à monasterii, quando vi entrano donne giovani, et avezze a star con i mariti, per la curiosità, che hanno le monache di sapere le cose del mondo.
Ho sollecitato il Vicario per spedire quel ius patronato, poiche intesi che Zenobia haveva partorita una femina, ma lui dice, che bisogna, che l'herede pigli licenza da Fiorenza di esseguire il
Ho scritto al Vescovo di Chiusi, a ciò raccomandi la causa di Mad. Fulvia al Signor Silvio Spannochi. Con questo saluto tutti di casa sua. Di Roma li 23 di Maggio 1609.
Fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
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