Ho due lettere di V.R., una del 1604 per la via ordinaria, l'altra del 1605 per via delle Filippine. Con nostro grandissimo dispiacere il P. Procuratore del Giappone è morto nell'entrare nel porto di Lisbona, e così siamo restati privi di molta consolazione. Io non ebbi il vescovado di Padova, come a V.R. è stato detto, ma l'arcivescovado di Capua, dove ho fatto residenza tre anni, cioè fino alla morte di Papa Clemente ottavo, e poi essendo eletto Papa Paolo V, non ha voluto che io partissi di Roma, e per questo ho rinunciato a chiesa, non mi parendo giusto tenerla senza potervi fare la debba residenza. Grande allegrezza e invidia ci ha dato il glorioso martirio di cotesti santi neofiti, e speriamo che con le loro orazioni aiuteranno molto la nuova chiesa del Giappone. Dall'altra banda molto ci rincresce la perdita fatta con il rubamento degli Olandesi; ma di qua anche possiamo cavar bene, perchè se questi Olandesi si mettono a pericolo di sì gran viaggio per un poco di oro, che pure non possano acquistare senza farsi degni del fuoco dell'inferno, molto meno sarà difficile a servi di Dio sottomettersi al pericolo dello stesso viaggio per acquistare anime e la mercede della gloria eterna. Ma quanto al soccorso temporale, io non mancherò di fare quel poco che potrò, sebbene ci vedo molte difficoltà parte per la lontananza del paese, e che lettere che si scrivono di costì non arrivano se non il terzo anno, parte per la carestia che ora qua regna, e nuovi travagli che sempre moltiplicano.
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