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Li XI di ottobre
Al Sig.r Card.le Bellarmino.
Io provo anche nel fatto mio proprio e non senza rossore, esser vero quel che si suol dire, il zelo senza scienza piuttosto nuocere che giovare; ma mi consolo che il Sig.r Dio non ha permesso che io leggessi il loco del Levitico prima di esser finito di stampare la risposta[1] all'Apologia anglicana. E' ben vero che questo mio errore mi fa entrar in dubbio che anche nel aver abbreviato il titolo abbia errato per qualche rispetto da me non considerato; ma come si sia, mi servirà di documento per non incorrer più in simili errori, e son sicuro che V.S. Ill.ma per la sua naturale benignità aequi bonique omnia consulet, avendo riguardo solo alla mia intenzione non diretta ad altro fine che di far bene. I librari non sono ancora tornati da Francoforte: subito che saranno giunti intenderò come sia passato lo spaccio del libro, e poi ne darò particolar ragguaglio a V.S. Ill.ma; se ben non dubito per l'avviso che ne tengo sarà stato compro dai librari Inglesi senza difficultà.
Inteso il desiderio del Sig.r Card.le di Mantova di veder quanto prima il suddetto libretto, pensai subito di mandarne uno a S.S. Ill.ma e così questa sera glielo invio per la posta, e credo che sarà il primo che le sarà pervenuto con tutta la diligenza che avrà usato per averlo presto. Il che tutto dovrà riconoscere da V.S. Ill.ma che n'è stata la cagione. Credo che a quest'ora V.S. Ill.ma ricevuto così la lettera del padre Nevero come la quietanza del Crollio, il cui figlio è già partito per tornarsene a Roma, e goder de la grazia impetrata da V.S. Ill.ma di esser accettato nel collegio Germanico. Con che resto etc. Di Colonia.

P.S. Son certificato dopo aver scritto, i librai inglesi averne comprato intorno a cento, i quali senza dubbio saranno portati in quel regno, oltre gli altri che come scrissi a V.S. Ill.ma si sono unirne mandati e si manderanno per altre vie, è stato in Francoforte un conte Inglese, qual avendo subodorato un pezzo prima d'essersi stampato il libretto andava cercando per comprarlo, e trovatolo ne comprò quattro. Il libraio procurò d'intendere se era cattolico, ma non potè venirne in cognizione.

  1. Le risposte sono: la pseudonima Responsio Matthaei Torti presbyteri, et theologi papiensis, ad librum inscriptum, Triplici nodo triplex cuneus. Coloniae Agrippinae, sumptibus Bernardi Gualtieri, 1608; poi l'Apologia pro responsione ad librum Iacobi Magnae Brtinanniae regis cuius titulus est Triplici nodo triplex cuneus. In qua apologia refellitur praefatio monitoria regis eiusdem. Accesit eadem ipsa responsio iterum recusa, quae sub nomine Matthaei Torti anno superiore prodierat, (1609) e per ultimo la Responsio ad librum inscriotum Triplici nodo triplex cuneus. Sive apologia pro iuramento fidelitatis adversus duo brevis papae Pauli V et recentes litteras cardinalis Bellarmini ad Gregorium Blakvellum Angliae archipresbyterum (1610). Vedi Mota, F.; Bellarmino: Una teologia politica della controriforma; 2005, p. 182.