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Molto ill.re Sig.r fratello. Le venti piastre si consegnarono attualmente al procaccio indirizzate a V.S. per darle a madonna Camilla; al ritorno bisognerà che ne dia conto. In questo mezzo V.S. gli presti quello che è necessario, che si restituirà subito.
Io non avevo domandato più vino, perchè sebbene questo sia stato buono, tuttavia qua non ci mancano chiarelli e albani; pero V.S. osservi quello che altre volte ho scritto di non mandare vino, se noi non lo domandiamo. Il Sig.r Guido non mi scrive niente di quello che V.S. dice, e avviserò il fratello del vescovo che ne scriva allo stesso vescovo, a ciò non sia facile a condiscendere a simili domande.
Il cavaliere Tarugi si è lamentato con me che il vicario di costì abbia dato licenza all'arcidiacono di esaminarsi in causa criminale contro di lui a favore del notaio Jacopo Aragatii, e voleva farne rumore con il Papa. Io ho scusato il vicario con dire che avrò dato licenza di esaminarsi a difesa. Ma avrò caro sapere da V.S. come passa questo fatto, a ciò possa poi scrivere al vicario quello che conviene. Di Roma, li 8 di marzo 1608.
Le lettere di V.S. vengano qua con tante coperte e sopra coperte e spaghi, che sempre costa assai la portatura. Bastarebbe una coperta sopra tutte le lettere, come è venuta questa ultima, che tuttavia si è pagata un giulio.
fratello di V.S. aff.mo
Il card. Bellarmino.
Al m.to ill.re Sig.r fratello, il Sig.r Thommasso Bellarmini.
Montepulciano.