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Molto mag.co Sig.r cognato. Mi dispiace che tanto duri la poca intelligenza fra mio fratello e V.S. Ma bene mi parrebbe ragione vole che V.S., come più giovane e di minor grado, fosse il primo ad umiliarsi e andare a trovare il Sig.r Thomasso e mostrarsi pronto a dare soddisfazione, se sia necessaria. E io non dubito che esso vi riceverà volentieri e avrebbe in luogo di parente, come gli altri. Ma, mentre dura la mala soddisfazione, non è meraviglia che non vi chiami ne inviti, come chiama et invita li altri. A me non ha dato querele il Sig.r Thomasso contro la persona vostra; ma, avendogli io scritto che mi avvisasse perchè causa una volta non volse permettere che voi andaste in sua compagnia, ma vi disse e replicò più volte che andaste con il Sig.r Antonio, mi rispose che, essendo voi allora in compagnia del Sig.r Antonio, non gli pareva bene che voi abbandonaste il Sig.r Antonio per andar con lui. Et veramente, se voi eravate prima con il Sig.r Antonio, non conveniva lasciarlo per andar con altri.
Ho anche inteso da qualche banda che voi, parlando per Montepulciano, talvolta non parlate con quella riserva del Sig.r Thomasso, qual conviene ad un mio fratello e vostro cognato. Se questo fose vero, il Sig.r Thomasso avrebbe qualche ragione di non vedervi così volentieri. Ma io di quello me rimetto alla verità. V. S. procuri di star sopra di se nel parlare, e vada a trovare il Sig.r Thomasso sicuramente, che sarà abbracciato come conviene, e da me avrà molto più grazia, se stia unito con mio fratello, che mentre sta cosi disunito. Con questo saluto V.S. con la sua con sorte e gli prego da Dio ogni bene. Di Roma li 2 di febbraio 1607.
Cognato di V.S. / Il Card. Bellarmino.
Al molto magnifico Sig.r Bartoletto Burratti, Montepulciano. F.B.1.