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Molto illustre Signor fratello. Della donazione che voi fare Angelo, V.S. può fare la minuta e mandarla qua, che si vedrà se si potrà stipulare; e sebbene lui parta domani per Capua, gli si potrà mandare.
Intendo che il Sig.r Giuseppe non pratica più con V.S. e che si lamenta di noi. Pensavo scrivergli una lettera per sapere di ciò che si lamenta, avendo io fatto con lui molto più di quello che sono obbligato. Ho anche inteso che la buona memoria del Sig.r Liborio si lamentava che io l'avesse mandato la a morire; e pure io non lo pregai che ci andasse, anzi, essendo pregato dal Sig.r Giuseppe che l'onorasse di questo titolo, io più volte gli dissi che l'abbadia era di residenza e che temeva che il Sig.r Liborio non ci sarebbe stato bene per la mutazione dell'aria.. Ma esso sempre disse che ci andrebbe volentieri. Ma non ho voluto scrivergli, senza saper prima il parere di V.S.; et se per sorte non abbiamo da esser amici, io non gli farò quella parte de frutti dell'abbadia che lui s'immagina, perchè non mi pare far benefici per acquistare inimicizie. Con questo mi raccomando. Di Roma li 4 di novembre 1606.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Mr. Pietro da Turino non mi scrive di aver ancora avuto il possesso. Non manda se non un libro, perchè vale più la portatura che i libri, ma, se ci fosse occasione, si potrebbe mandarne più.
Al m.to illustre Sig.r fratello il Sig.r Tommasso Bellarmini.
Montepulciano.