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Molto Ill.re Sig.r fratello. Ho visto la relazione dello stabile e del frutto di esso stabile di casa sua. Ne occorre si pigli fastidio di scrivermi la ricolta, perchè non mi servirà a niente. Quello che V.S. mi disse dei sedicimila scudi, o poco meno, fu quando pensava di pigliar per moglie una gentildonna romana di casa Vitelleschi, e volle che io dessi conto al p. Mutio Vitelleschi della roba sua, come feci. Ma allora metteva in conto la casa di Montepulciano e di Marchiana e di Frontignano, e stimava per alt le cose sue, come si suole in simili occasioni; e può essere che io non mi ricordi bene del numero preciso di sedicimila; ma se non era tanto, era poco meno. Ma questo non importa, perchè io credo a questa ultima relazione. E mi pare che, se quei quattromila scudi li avesse messi in censi in Napoli o simili luoghi, ne avrebbe il doppio più di frutto senza fatica e spese, perchè in Napoli l'ordinari censi sono otto per cento. Se il negozio del priorato vada bene, come spero, e Ruberto stia sano, sarà buono stabilimento; e se Angelo stia similmente sano e si mantenga amorevole di casa, come farà se non sia ingratissimo, la casa avrà un buono appoggio, perchè Angelo avrà circa millecinquecento scudi d'entrata, dopo la morte mia. Ma principalmente bisogna rimettersi alla divina volontà e procurare di stare in grazia di Dio. Con questo saluto tutti. Di Roma li 29 di luglio 1606.
Già che il vescovo di Montepulciano desidera che non si faccia ne lite ne accordo con i Silvestrini senza lui, sarà bene contentarlo, e così io penso ritirarmi.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re sig.r fratello, il sig.r Thomasso Bellarmini.
Montepulciano.