Molto Rev.do Padre come fratello. Essendo piaciuto alla Santità di Nostro Signore di caricarmi del peso di protettore di cotesta sacra congregazione de Celestini, ho cominciato subito a trattare con sua Beatitudine del bene comune di essa congregazione, e avendo discorso insieme dell'elezione dell'abate generale e officiali, la Santità Sua mi ha ordinato che io scriva le cose seguenti:
E prima, che si contenta per intercessione mia che non si dia per il prossimo capitolo generale alcuno presidente di fuori, ma che sia presidente quello a chi tocca,secondo le costituzioni e usanza antica della religione. Di più, acciò l'elezione dell'abate generale e degli altri officiali sia libera et senza passione, ordina e comanda Sua Santità, sotto pena di scomunica, latae sententiae, che non si aprano le lettere che probabilmente si può giudicare che siano di favore e vengano drizzate al capitolo generale o a qualsivoglia monaco particolare, sino a tanto non sia fatta l'elezione di tutti gli officiali, e, quando fosse dubbio che qualche lettera sia di favore d'altro negozio massime importante, si deputi un religioso di buona coscienza e discreto che apra le tali lettere e, se non siano di favore, le diano a chi vanno, altrimenti le tenga nascoste,sotto la medesima pena, fino all'essere finito il capitolo generale. E perchè s'intende che non solo vengono lettere, ma anche uomini apposta per praticare e per aiutare alcuno al generalato o altri offici della religione. Sua Santità ordina e comanda, sotto la medesima pena, che, durante l'elezione dell'abate e altri officiali, non si ammettano persone secolari dentro del convento, ne anche in detto tempo escano fuori i servitori del monastero, se non in casi di necessità, e allora se gli ordini sotto gravi pene che non portino dentro ambasciate appartenenti all'elezione. V.P. procurerà che questi ordini si notifichino
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