Page:EBC 1606 01 06 0538.pdf/1

From GATE
This page has been proofread

Molto illustre Sig.r fratello. Se l'ambasciatore ha inteso cosa dal Turco agente di monsignore vescovo di Montepulciano, che gli paresse di momento, doveva venir ad me prima di scrivere al Gran Duca. Io non so per andar da lui in conto veruno, ne voglio che V.S. mi consigli a sottomettere i negozi spirituali a principi secolari, ne anche dargliene conto; e quando mi paresse di parlare a qualcuno, non ho bisogno che mi si dia il tema o la lezione. Ho fatto quello che dovevo e quello che mi ha comandato il papa, e non ho offeso il Gran Duca.
Ho caro che si sia data soddisfazione a suor Marcella e a mad.na Camilla con i denari mandati. Delle mille piastre ho detto il mio parere; lei faccia quello che gli piace, ma io non posso promettere di dare li altri mille scudi.
Scrissi già che il Sig.r Cardinale Tarugi mi aveva ragionato di maritare Cinzia sorella di Angelo con Marcello Benci suo pronipote, figlio di madonna Catarina Tarugi, e desiderava che io gli desse mille cinquecento scudi et Angelo gli rinunciasse il suo, che in tutto sarebbero tremila scudi. Aspettavo con quest'ordinario il vostro parere, e non è venuto. Ho ricevuto poi la sua intorno a questo particolare, e mi piace.
La lettera che scrisse il Sig.r Card.di Siena al cavalier Tarugi non era arrivata a detto cavaliere, quando ebbe la vostra, e però risponde cosi ambiguamente, perchè pensava che il Sig.r Cardinale suo non sapesse niente. Ora il Sig.r Cardinale ha replicato e mi dice che io tenga il parentado per fatto.
V.S. dica liberamente a Gasparre che non venga a smontar qua, perchè non ci è pur un buco voto; e quando tutto il palazzo fosse il mio, sono risoluto di non volere parenti in casa; e se mi farà pregare di questo da altri, perderà di fatto la grazia mia. Di più il mio parere è che stia così e aiuti il padre a governar la casa, e non venga a Roma a perder il tempo e capitar male. Se
---page break---