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Molto Ill.re Sig.r Fratello, M Lodovico presto uscirà di casa, e a Giuseppe ho scritto a Capua che per l'avvenire mi sarà amico e parente, ma non più servitore; e in questo sarò fermissimo. Ligurio mi piace assai, e V.S. potrà mandarlo qua a sua posta. L'avrei preso prima, ma era troppo giovane, e però l'aiutai a entrare con il vescovo di Padova.
Avrei avuto carissimo sapere chi era l'altro che V.S. mi voi proporre per coppiere e che faccia l'officio di mastro di camera, ma senza questo titolo. Questo officiale, per esser principale, bisogna ohe sia umile, affabile, fedele e di buona vita, e quando fosse di cappa lunga, sarebbe ancora meglio; pure non importa.
La figliola del Sig.r Giulio Bernardini credo piacerebbe a Giuseppe, perchè esso me l'ha lodata e detto che è nobile e che ha buona dote; ma dice che si tratta per lei il matrimonio di un nipote del vescovo, e che quel nipote e lei già si vogliono bene, e che esso non vuole moglie che abbia l'animo altrove.
La figliola del cavalier Tarugi mi pare che si debbia anteporre, e a me piacerebbe assai. Solo dubito che non sia di natura altiera, e che non sia per stare in pace con Giuseppe.
Quanto alla dispensa, non ci è difficoltà, e pur ieri ne feci passare una per Capua in 2° e 3° gradu consanguineitatis propter angustiam loci con spesa di 40 scudi; ma se non ci fosse stata causa nessuna, ne valevano 400. Ma sarà bene che mi si mandi l'albero, a ciò non si faccia errore.
Le mille trecento piastre si manderanno in polizza per Siena con il seguente ordinario, se il mastro di casa mi mantiene la parola. Angelo mi scrive da Salerno che ha scritto molte volte a V. S., ma che non ha mai avuto risposta, e pur desidera sapere quel che si faccia in cotesto mondo. Con questo saluto tutti. Di Roma, li 11 di novembre 1605. / fratello di V.S. aff.mo / il Card.Bell.o