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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Nella lettera del 20 del passato V.S. dice che mi manda una lettera del vescovo di Soana, a ciò veda che lui vuole rinunciare il vescovado. Questa lettera non è capitata qua. Di più mi scrive di una imputazione data al vescovo Simoncello predecessore del Bichi, e non ho potuto leggere la parola, il che desideravo intendere; perchè era non so che con i suoi servitori, che V.S. forse lo dice a ciò io mi guardassi da simile mandamento. Le parole sono queste "che lui depanava insieme con i suoi servitori"; non intendo quel "depanava".
Quanto al negozio principale, non mi pare a proposito il mastro di casa, perchè non è dottore ne in teologia, ne in canoni, e, sebbene ha bell'ingegno e sa qualche cosa di filosofia, tuttavia non credo che riuscirebbe all'esame. Meglio saria il mio vicario, il Sig.r Mario Cosci, che è gentiluomo Senese, amicissimo di monsignor Bichi, e di molta scienza e bontà, e sebbene mi serve onoratamente, tuttavia de vicari buoni se ne trova, e io più caro avrei di vederlo onorato, che di non perder un buon soggetto, come è in verità. Iddio gli renda il buon capodanno. Di Capua il p.o di gennaio 1605.
Di V.S. fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
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Al molto ill.re Sig.r fratello il Sig.r Thomasso Bellarmini.
Alla Scala per / Montepulciano.