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Il capitolo di Sessa, vacante la sedia episcopale, confermò per vicario un canonico che serviva in questo officio mentre viveva il vescovo. Ma perchè questo canonico non è dottore, e nel capitolo vi è un dottore, ci fu fatta istanza da alquanti canonici che provvedessimo di altro vicario conforme al concilio Tridentino e dichiarazioni della sacra congregazione. Noi, passati gli otto giorni, mandammo un commissario a pigliare informazione, e così dal commissario come da altri intendemmo che in tutto il capitolo, anzi per tutto il clero di Sessa, non vi era altro che un dottore, il quale non aveva altro di dottore che le bolle et che per ignoranza, inesperienza e bassezza di sangue e di vita era inabile a simile carico; e che per il contrario quello che prima era vicario, se bene non era dottore, era persona di autorità, di valore e di pratica più di ogni altro.
Per questo siamo stati costretti confermare l'istesso vicario, il che abbiamo fatto per modum provisionis e con dargli aggiunto un consultore, finchè si svisasse la sacra congregazione. Non abbiamo potuto mandare alcun forestiero, perchè non avrebbe avuto di che vivere, essendo che il vicario in Sessa non ha provvigione ne gli si può dare, essendo tutti i frutti del vescovado incamerati.
Speriamo che presto sarà provvista la chiesa di pastore; ma in questo mezzo diamo avviso a V.S. Il.ma di quello che passa e della povertà di soggetti di questa diocesi, pronti ad eseguire quanto da lei e dalla sacra congregazione ci verrà comandato.