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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Già V.S. avrà inteso come Angelo va a studiare a Roma nel seminario, che così è parso ai nostri consultori di Perugia, a ciò si fondi meglio nella lingua latina e faccia un corso di filosofia, e poi potrà attendere alle leggi. E se bene la spesa sarà maggiore, poco importa, perchè tutto va a conto della sua pensione, anzi tutte le spese fatte quest'anno a Perugia vanno similmente a conto della pensione; si che esso per un pezzo non tirerà niente, massime che anche le bolle e la annata si è pagata al medesimo conto. Della Sapienza nuova si potrà pensare poi, quando avrà da studiar legge.
Dei figlioli di Marcello io non ho mai saputo niente; e quando venni a Montepulciano, non ne vidi nessuno, e di poi non mi ha mai scritto del bisogno dei figlioli ne Marcello, ne la moglie, ne alcuno dei figlioli, ne altri per loro, ne io son indovino. V.S. m'informi di che età sono, di che abilità, e quello che si possa fare in aiuto loro, che non mancherò aiutarli, se bene non mi avanza troppo; perchè ancor che la mia entrata passi dieci mila scudi, nondimeno vi sono due pensioni di mille scudi l'una, e per la chiesa fra officiali et ornamenti e altre cose necessarie ci si spende più di mille scudi. Il Vescovo di Pienza dice non poter pagar la pensione; la provvigione del Papa di cento scudi il mese è cosa incerta. La povertà qui è grandissima, e l'ospitalità continua. Dio sia in custodia di tutta la casa nostra. Di Capua, li 4 d'ottobre 1602.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
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Adr.: Al molto Ill.re Sig.re in Cristo osserv.mo, il Sig.r Tommaso Bellarmino. Alla Scala per Montepulciano.