Page:EBC 1602 08 16 0276.pdf/1

From GATE
This page has been proofread

Ill.mo e Rev.mo mons.re mio osserv.mo
Per non aver che scrivere, lascio di salutare V.S. Ill.ma e di conversar con se per lettere, poichè non ci è concesso di presenza e però ogni poco di occasione vado pigliando per salutarla e dargli nuova che per grazia del Signore mi trovo con sanità.
Venerdì in concistoro l'Ill.mi Sig.ri Cardinali Baronio e Antoniano mi dissero che V.S. Il.ma svisava il suo Arcivescovado aver tanti territori che, se ci fossero agricoltori, arriverebbe a 20 mila scudi d'entrata l'anno, e me domandava che si potrebbe fare. Non gli risposi designando con questa dirli come lo sento. N.S. Iddio ha compartito il mondo in un modo che dove manca d'una cosa abbonda nell'altra, e così si supplisce con il commercio: le campagne di Roma sono assai estese, quelle di Capua sono pochi abitanti; per contra le montagne sono piene di abitanti con poco terreno, di modo che sogliono calare ai piani e coltivare le terre, e così quei Sanniti e Abruzzesi sogliono nei fertili campi di territori calanti, discendere e coltivare quelli campi; e se V.S. Ill.ma avesse qualche uno di quelle montagne pratiche, che come fattore li commettesse questo negozio, credo che farebbe calare di molto lavoranti, ma è ben vero che ci bisogna impiegare gran denaro per li strami, e credo che quando s'interessi quelli superiori di Monte Casino d'uno uomo atto a questo esercizio, che si troverebbe, voglio dire un monaco e sono molto atti a queste fattorie e si vede come coltivano i loro lavori etiam fino a Capua. Si che concludo che se lei ci mette il pensiero, che troverà uomo atto a ciò e sarà il medesimo che servisse la congregazione, poi che tutti li suoi religiosi oggi stanno con comodo nel collegio di Monte Alto di questi monaci. E si porti molto bene con la invenzione mia. E farà fine con baciarli le mani pregandoli da Iddio ogni contento. Di Roma il di XVI d'agosto 1602.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Umil.o servitore
Sig.r Card. Bellarmino.
il card.di Camerino.