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Vorrei, che V.S. o per informazione a bocca, o per memoriali mettesse in considerazione alla Sacra Congregazione dei Regolari i seguenti punti.
Primo. Che il più fastidioso negozio, che io abbia in Capua è quello delle monache di Santo Giovanni.
Secondo. Che in Capua non vi sono se non tre monasteri, uno di Santa Maria, l'altro del Gesù, e il terzo di Santo Giovanni, e che i due primi sono pieni sopra numerum, e solo in terzo è capace di ricevere novizie, e però essendo la città piena di donzelle grandi, che vogliono essere monache, i padri loro del continuo esclamano, che io gli trovi rimedio, et di fare un quarto monastero, come io gli ho consigliato non ci è speranza per esser la città piena di debiti, e i particolari per il più poveri, se ben nobili.
Terzo. Che aspettare l'estinzione del monastero di Santo Giovanni per morte naturale delle sei monache con sei converse, che vi restano, sarebbe cosa lunghissima, e probabilmente di venti o trenta anni, essendo giovani, e prosperose, eccetto una, e qua si vede, che le monache arrivano agli ottanta e novanta anni.
Quarto. Che essendo la città divisa, perchè alcuni volevano nuova pianta, alcuni la riforma del monastero, ho trovato un modo, che piace a tutti, e è, che si dia la riforma,et licenza di vestire, ma con vera sicurtà, che le novizie, che si vestiranno, non pratichino e le monache professe, che ora restano anzi non le vedano, se non in luoghi pubblici, come è il refettorio, e in coro, e questo è facilissimo, perchè gli si darà la riforma come è quei monasteri, nei quali le novizie non praticano con le professe non solo tutto il tempo del noviziato, ma anche per tanti anni, quanti piacerà al Superiore Quinto. Che le monache, che oggi restano, già hanno messo ogni cosa in comune, e vivono in comune, e desiderano essere governate da monache forestieri di Roma o di dove parerà alla Sacra Congregazione, e sono pronte a qualsivoglia rigorosa riforma.