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Molto R.do in Crosto Padre.
Ringrazio la R.V. dei santi ricordi, i quali sono tutti conforme a quello, che io sento; e spesso ho detto io lo stesso a certi Prelati et Cardinali, che per le differenze di giurisdizione stanno gli anni interi fuori della diocesi, e fanno più danno loro alla Chiesa con l'assenza, che non fanno i secolari con usurpare qualche parte di giurisdizione. Io vedo il gran pericolo, nel quale mi ritrovo; e mi pare esser simile a certi mercanti, che mettono a rischio tutto il suo capitale; e per necessità diventano ricchissimi, e poverissimi. Ma già che io ero in prelatura, mi pareva pur meglio di fare esercizi spirituali, e quelli stessi, che fanno gli operai della Compagnia, che stare in Roma a visitare, e esser visitato, massime non essendo udito volentieri da chi bisognava. V.R. m'intende, e si ricorda perchè causa la buon'anima del Padre, Stefano Tuccio si parti, e fu lasciato partir di Corte. Iddio sa che non ho cercato ne Cardinalato, ne Vescovado; e sa che desidero con tutto l'animo servirlo, e che non ho interesse umano nessuno. Del resto sono miserabilissimo, e pieno di difetti; e una sola cosa mi consola, che mi pare, che se per sorte perderò la salute, la perderò per amor di Dio, perchè lui mi ha messo qua. V. R. m'aiuti con le sue sante orazioni e dei nostri. E se potessi averla qua per qualche tempo, mi sarebbe una grazia singolarissima, ma non ho ardire sperare tanto bene. Dio ci conduca tutti quanto prima a casa sua. Di Capua 18 di Giugno 1602.
R.C.B.