Page:BLMC 1665 05 12 1060 01-230.pdf/1

From GATE
This page has not been proofread


Molto R.do in X.to P’.re

P. C:

Ò che bella nuova invio con questa à V. R’. altro non so che dire se non resto stupito nella gran
bontà di Dio verso le sue creature. Domenica quinta dopo Pasqua arrivò alle mie mani quel Turco,
che mi scriveva dal Livorno per Roma, cioè quello, che mi scrisse nella sua prima lettera tante
cose contra la Christiana verità per avvertirmi, alla qual lettera risposi conforme l’insegna-
mento dello Spirito Santo; La copia poi di tal lettera, insieme con la mia risposta fatte in Italiano,
come anche l’originale suo scritto in Arabico già l’hò mandate à V. R.
Di questo huomo credo, che V. R. haverà havuto magior notitia di me, mentre ella fù l’autore di trovarlo,
e cercar per ogni via la sua salute; mà io qui brevemente narro quanto dal medesimo hò sentito, e
veduto delli suoi fatti per magior gloria di quel Iddio, che per sua pietà si è degnato d’illuminar la
sua gran cecità. Dico donque, che domenica sopradetta arrivarono due Galere del gran
Duca à questa città di Genova con le quali venne tal huomo, il quale, mentre stavo insegnan-
do l’Evangelica verità à gran numero di Turchi, in chiesa nostra di S. Gerolamo, parte battezzati,
parte catecumeni, e parte ancora ostinati, intrò con un altro schiavo delle galere di Genova pa-
gato da lui per farlo capitar alle mie mani, mentre la magior difficoltà, che hebbe, disse egli, fù questa,
perche nessuno voleva condurlo, nè insegnarlo dove stava io per il gran odio, che mi portano quei
delle galere, dicendogli quanto mai potevano dire contro me di male, e che subito si gettò alli
miei piedi; vedendo poi tal huomo esser forastiero gl’interrogai, chi fosse, all’hora per molti
contrasegni da me ben conosciuti mi fece conoscerlo, e perche nó potevo trattar seco subito al
lungo per il bene commune dell’altri presenti, gli dissi, che tornasse da me nel giorno seguente,
nel qual giorno udì da lui quanto seguita.
Partito tal huomo d’Africa per andar à visitar Mahometto, al ritorno fù preso, e portato
al Livorno, dove per parte toccata al gran Duca restò suo schiavo, mà come è huomo dotis.’mo
nella Setta Mahomettana, e Sacerdote famoso in essa, lo hanno eletto quei Turchi schiavi,
e mercanti del Livorno per loro maestro, e Sacerdote, e per star in tal posto ivi sicuro senza
nessun travaglio, che patiscono li schiavi, bisognò, che il Rè di Tunisi gastigasse grandemente
i poveri Sacerdoti di Christo, e religiosi con molti altri schiavi christiani sotto il suo com-
ando, per esser stato ancora questo tale maestro delli suoi figliuoli, e dell’altri figliuoli del
Rè suo antecedente. In somma andava essercitando lo officio sopra detto nella chiesa de’
Turchi, che nel Livorno hanno, et insieme trattando per spatio di due anni incirca la sua
liberatione, conforme l’ordine del Rè di Tunisi dato ad un mercante giudeo nel Livorno, mà perche il gran Duca in tutto questo tempo non volle mai consentir la liberatione

---page break---