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e questo molto verrebbe in composizione col moto
diurno del'osservatore come scrissi nell'ultima.
Ma cosi ora non mi pare. Conviene considerare
tutto il moto cosmico della terra relativo al sole
cioe il moto tangentiale intiero, e questo sara
a mettere in correlazione col moto diurno,
nello scopo di dedurre la relazione numerica
di questi due moti
Essendo la cosa cosi, 1°. i calcoli da farsi sopra
le osservazioni sarranno molto più complicati,
almeno la theoria del calcolo da farsi, e 2°.
la précisione da sperarsi sara minore.
Cio non ostante mi pare di non dovere abandonare
questa ricerca. Ma non avrei l'animo, e
ne anche adesso il tempo di condurre a termine
una theorica satisfaciente di tutto il calcolo.
E questo tanto più che sempre mi resta in
mente una certa apprehensione, come se le considerazioni
mathematiche qui avrebbero condotto
ad un effetto che non esistesse, che cioe una deviazione
di pochi secondi produrrebbe una finale
deviazione di circa 30°, e ciòi senza troppo diminuzione
di luce; e di più mi fa un po vacillare
quel che dice Babinet Comptes Rendus tom SC. p.415,
che cioè per la sola rifrazione non si può ottenere
una deviazione dovuta al moto translatorio.
Credo bene che il buon uomo si sia ingannato,
tanto più che Arago dice il contrario, e Klinkerfuess
l'ha provato col fatto. Ma mi pare ragionevole,
che prima si sabilisca col esperimento stesso

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