Da ciò che mi ha detto Erasmo veggo l'impossibilità di trovarsi insieme
presso il S. Padre.
Io desiderava questo momento per far vedere a S. Santità e a tutti gli
altri che noi siamo in perfetta unione, e che lungi dallo invidiare
gli uni agli altri le sovrane beneficenze godiamo che in Roma
si veggano stabiliti due buoni osservatori[1] gli augusti auspici
di tanto sovrano. Lo faceva con piacere per dare una mentita a
tutti coloro che malignamente credono il contrario. Voi[2] sapete
benissimo che io vi detti l'incitamento di rivolgervi al cuore
magnamino [i.e. magnanimo] di S. Santità, voi avete notato il mio piacere quando
venni in cognizione che avevate ottenuto l'intento[3]. Il pensiero
poi che tutto ciò ridonda in lode e del Boschovich e del mio Zio
che finalmente può dirsi il fondatore dell'astronomia romana
mi conforta e mi solleva, e con piacere e con effusione di cuore
n'avrei rese le dovute grazie al sommo Pontefice.
Se credete di manifestare a S. Santità questi miei sentimenti
mi farete piacere, e vi sarò gratissimo. Io non ho mai avuta
ambizione alcuna, e la stima che ho di voi e del vostro merito
è grandissima. Credo che ne abbiate avute prove bastanti, e
ve ne darò delle altre all'occasione che sarà collocato lo stromento [i.e. strumento],
giacché voglio che siate presente e che mi diate de' lumi.
Forse verrò a trovarvi mercoledì o prima del mezzodì, o nelle ore pomeridiane
- ↑ Qui, è probabile che Calandrelli stia faccendo riferimento al trasferimento dell'osservatorio del Collegio romano da la torre Calandrelli alla crociera della chiesa di S. Ignazio.
- ↑ Calandrelli, verosimilmente, si stava rivolgendo tramite questa lettera ai gesuiti di Roma che ci rientrarono nel 1849. Un rientro che vide Secchi chiamato alla conduzione dell'osservatorio del Collegio romano.
- ↑ È possibile che l'intervento del Pontefice fu necessario poiché il nuovo osservatorio stava per essere costruito sfruttando quattro pilastri che dovevano, originariamente, sostenere la cupola, mai costruita, della chiesa.