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la mia pena infinita per essermi crudel terrammi in vita

Atto 3o. Scena 9a
Agostino, il Rè, et un paggio


Rè. portate da seder, non fate ch'entri persona alcuna in questo loco, hor dimmi come restasti ò Duce per la gratia negata? afflitto io credo.
Pag. qui è da seder per voi, e per il Duce Sovrano imperator, Monarca invitto.
Agos. Signor restai, nol niego afflitto e sconsolato, il ben del vostro stato chiedei, voi mel negaste, e mel negaste ò Rege con scorno e con vergogna, à tempo, ch'io dovea de miei sudori ricever la mercede, mà s'à voi piacque, al fine faccisi il vostro gusto, ch'il Duce è pronto à dar per voi la vita.
Rè. mi piace il tuo pensier, e accioche sappi, che la persona tua io tengo à caro, quest'è una carta che mi vien da Toza secretamente per un messo à posta, contiene in se un tradimento ordito contro la mia persona, el Regno anchora d'un cavalier della mia corte, appunto come sarebbe à dir dell'esser nostro. mà perche da me stesso non vuò fidarmi in questo ch'è negotio si grave, et importante
bramo da