Page:Il mappamondo cinese del P. Matteo Ricci.pdf/45

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a Giorgio Reinel (1519), a Diego Ribeiro (1527, 1529), a Andrea Homen (1559), a Gerardo Kremer o Mercator (1559), a Bartolomeo Velho (1562), o ad altri dei grandi cartografi portoghesi [1] o italiani dei primi tre quarti del secolo XVI. Avrebbe potuto essere il Typus Orbis Terrarum (cfr. fig. 2) di Abramo Ortelio ossia Ortels, che si trova nel suo Theatrum Orbis il quale dal 1570 al 1581 aveva già avuto almeno sette edizioni. Ma, se dobbiamo credere al Ricci che il 24 novembre 1585 scriveva: "Non ho libri, se non la Sfera del P. Clavio et il Piccolomini" [2], cioè il libro De la Sfera del Mondo [3], sembrerà molto più verosimile che questo mappamondo dovesse essere qualche carta portoghese stampata a Goa o a Macao. Avendo vissuto a Goa dal 13 settembre 1578 fino al 26 al 26 aprile 1582, coll'eccezione di un semestre, egli avrà potuto conoscervi i lavori cartografici di Ferdinando Vaz Dourado (Goa, 1568, 1571) [4]. Del resto le parole or ora citate del Ricci possono riferirsi soltanto ai libri necessari per la fabbrica degli orologi, secondo ciò che sembra suggerire il contesto. In ogni modo, dato il silenzio dei documenti sulla natura e l'origine di questo mappamondo, non è possibile, nello stato attuale delle nostre conoscenze, di saperne di più.

Benchè scritto in lingua europea, latino, portoghese, spagnuolo, o italiano, il mappamondo esposto dal Ricci interessò molto ai suoi visitatori, i quali, nella Cina della fine del secolo XVI, non avevano mai

  1. Sui cartografi portoghesi del secolo XVI, vedi CORTESÃO.
  2. R., II, p. 72.
  3. Cfr. più sotto, p. 170.
  4. CORTESÃO, II, pp. 28-54.