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e tutto ciò ch'altrui di ben possiede cerca à torto usurpar con man rapace giustizia fin à mendicar l'oltraggio, come fora viltade, il non punir chi pecca mille oltraggi li <sic>feo</sic>, onde restaro altri vinti, altri presi, et altri uccisi de suoi campion che con intrepida alma e non più intesa lege di barbaro signore tra' le morti, i tormenti ogn'un presume della vittoria al fin portar la palma stanca già di pugnar, mà non già satia nel vasto sen del grande Giappon rinchiusa con pacifico scettro e Regio manto della fè delli Dei fede del custode guidai l'impero mio, reger il Regno
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e tutto ciò ch'altrui di ben possiede cerca à torto usurpar con man rapace giustizia fin à mendicar l'oltraggio, come fora viltade, il non punir chi pecca mille oltraggi li <sic>feo</sic>, onde restaro altri vinti, altri presi, et altri uccisi de suoi campion che con intrepida alma e non più intesa lege di barbaro signore tra' le morti, i tormenti ogn'un presume della vittoria al fin portar la palma stanca già di pugnar, mà non già satia nel vasto sen del grande Giappon rinchiusa con pacifico scettro e Regio manto della fè delli Dei fedel custode guidai l'impero mio, reger il Regno determinai, quando sfacciata errante tromba di falsità, tomba del vero ch'un ladro, un malfattor, un crocifisso <gap/> altrui per Dio, hà pur tentato turbar la pace à me, tentar la guerra, tornai lo scettro, e sopra me salire mà <gap/> ciò che al fin alma <sic>fermezza</sic> dell'arroganze tue riposta <gap/> <sic>paga</sic>. Thò visto pur, t'ho visto empia nemica traditrice nemica dell'honor, della fama de veri e sommi Dei, e tale è la vittoria, che per  sempre memorabil sarà in cielo, e in terra sepolta è homai per te ogni speranza non di vittoria nò, m'ancor di pugna

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e tutto ciò ch'altrui di ben possiede cerca à torto usurpar con man rapace giustizia fin à mendicar l'oltraggio, come fora viltade, il non punir chi pecca mille oltraggi li feo, onde restaro altri vinti, altri presi, et altri uccisi de suoi campion che con intrepida alma e non più intesa lege di barbaro signore tra' le morti, i tormenti ogn'un presume della vittoria al fin portar la palma stanca già di pugnar, mà non già satia nel vasto sen del grande Giappon rinchiusa con pacifico scettro e Regio manto della fè delli Dei fedel custode guidai l'impero mio, reger il Regno determinai, quando sfacciata errante tromba di falsità, tomba del vero ch'un ladro, un malfattor, un crocifisso altrui per Dio, hà pur tentato turbar la pace à me, tentar la guerra, tornai lo scettro, e sopra me salire mà ciò che al fin alma fermezza dell'arroganze tue riposta paga. Thò visto pur, t'ho visto empia nemica traditrice nemica dell'honor, della fama de veri e sommi Dei, e tale è la vittoria, che per sempre memorabil sarà in cielo, e in terra sepolta è homai per te ogni speranza non di vittoria nò, m'ancor di pugna