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Rome,

1614 ?

Bellarmin � l'�veque de N�cotera.

/ Volto illustre et R/mo Signor come fratello. Scrissi gi� molte settimane sono al Vescovo di Comana, essortandolo � far volentieri l'offitio di Vicario, secondo le capitulationi, et in ogni altra co sa mostrarsi ossequentissimo al volere et comandi di V.S.R/ma. Mi ha jTrisposto che procurar� di dar ogni giusta sodisfattione � V.S.R/ma, ma che quanto alle capitulationi,dice che lui non si obligo � ser virle, et massime quello di esser Vicario. Et la ragione � perche, consultando questo in Roma, gli fu risposto che saria stata simonia obligarsi ad esser Vicario. Et di piu esso dice che essendo l'offi- ^7tio di Vescovo,offitio paterno, et quello di Vicario,offitio di giu dice, per ordinario il Vescovo � amato, et il Vicario odiato. Onde non conviene che quello che ha da esser Vescovo, cominci � farsi odiare facendo l'offitio di Vicario et poi di Vescovo. Mi � parso scrivergli queste due parole, � ci� lei consideri che il Vescovo di /^^Comana non ha del tutto il torto, fuggendo di far'offitio di Vicario ,etc. Monsig/or Vescovo di Nicotera. Arch.Vatic.Gesuit.19 fol.70.. Minuie autogr.