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Chiariss.o Sig.r

Da ciò che mi ha detto Erasmo veggo l'impossibilità di trovarsi insieme
presso il S. Padre.
Io desiderava questo momento per far vedere a S. Santità e a tutti gli
altri che noi siamo in perfetta unione, e che lungi dallo invidiare
gli uni agli altri le sovrane beneficenze godiamo che in Roma
si veggano stabiliti due buoni osservatori gli augusti auspici
di tanto sovrano. Lo faceva con piacere per dare una mentita a
tutti coloro che malignamente credono il contrario. Voi sapete
benissimo che io vi detti l'incitamento di rivolgervi al cuore
magnamino [i.e. magnanimo] di S. Santità, voi avete notato il mio piacere quando
venni in cognizione che avevate ottenuto l'intento. Il pensiero
poi che tutto ciò ridonda in lode e del Boschovich e del mio Zio
che finalmente può dirsi il fondatore dell'astronomia romana
mi conforta e mi solleva, e con piacere e con effusione di cuore
n'avrei rese le dovute grazie al sommo Pontefice.
Se credete di manifestare a S. Santità questi miei sentimenti
mi farete piacere, e vi sarò gratissimo. Io non ho mai avuta
ambizione alcuna, e la stima che ho di voi e del vostro merito
è grandissima. Credo che ne abbiate avute prove bastanti, e
ve ne darò delle altre all'occasione che sarà collocato lo stromento [i.e. strumento],
giacché voglio che siate presente e che mi diate de' lumi.
Forse verrò a trovarvi mercoledì o prima del mezzodì, o nelle ore pomeridiane