Ho dunque trovato una formola generale per quella
deviazione orta dal moto, e per questa mi vienne più
facilitato il trovare delle disposizioni favorevoli.
Essendo A il primo mezzo, B il secondo (fig. 1) col indice u
ot la direzione del moto del osservatore (o vero lâ direzione opposta
a quella del'altro; la deviazione cercata è = 4·sin s·sin(r-i)/u·cos r
nel senso da discostarsi dal perpendicolo; e la deviazione viene
verso il perpendicolo se o s o (r-i) sono negativi. Potrei dimostrare questa
formola e lo faro, quando vedro che il tutto trova la di lei approvazione.
In tanto una conferma della formola trovai in un laboro di Babinet
(Mondes ton 13. p. 705...) dove si dice che Babinet aspetto una deviazione di 42,6”,
ed io trovo applicando la mia formola 41”–(e B la formola vale o sia che
il raggio sia deflesso per rifrazione o per diffrazione o per altra cagione.)
Con questo poi ho abbozzato un qualche congegno di prismi per ottenere
una deviazione forte per il moto. Sia ACB un prisma di flint (u = 1.71)
l'angolo d'incidenza in a = 60°, e l'∠ di rifrazione in c (nel emergenza) = 86°,
∠B = 60° 6.9’, in a si fara una deviazione a cagione del moto (supponendo
questo = quello della terro ossia incirca = 0,0001) = 3.452”.
Una tale deviazione del raggio ac viene in c aggrandita 19,91 volte
e la deviazione dovuta senza questo alla rifrazione in c è = 6’ 23.74“.
Quindi il raggio emergente di c ossia ce avra subito una deviazione
di 7’32,47”. Questo è già molto sensibile e mensurabile. Ma si puo
aumentare la deviazione indefinitamente. Aggiungendo i tre altri
prismi della figura (dei quali duo solamente per produrre la riflessione)
ottengo circa 35½’ di deviazione (e insieme „vision directe”) se l'angolo
di emergenza in di i fatto = 8°; ma se si fa di nuovo = 4° come in c, allora
la deviazione sarebbe circa 1°9,8’. Ia gli spettri stellari questo sarebbe
più che necessario per poter determinare moti anche molto minori di
quella della terra e misurarli.
Se pero si tratta dell'altra questione cioè della parallase solare, parrebbe
meglio rinunciare alla congiunzione dei prismi coll acquatoriale,
ma invece fare un gran spettroscopio fisso e mandare la luce mediante
un heliostato. Allora aggiungerei ancora due prismi (dunque sei in
tutto) e otterrei una deviazione di circa 4½°-9°. Questa in realtà
non occorre mai, perchè il moto della terra relativo al sole e solo
allora una deviazione di circa 8’. Ma questa sarebbe sufficiente per misurarla
con précisione e confrontare quel moto col moto dicerni di translazione.
( è il rapporto fra
la velocità del moto
e quella della luce.)