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<p>La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, racconta l'evoluzione di una semantica intesa come "l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso."<ref>Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; ''Semantica e comunicazione'', 35.</ref> Seguire le selezioni semantiche di questi codici sia dal punto della loro ''tematizzazione'' così come del suo contenuto, implica poter considerare la successione e alternanza tra variazione, selezione e stabilizzazione, vale a dire, la evoluzione nella creazione di senso al loro riguardo.</p> | <p>La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, racconta l'evoluzione di una semantica intesa come "l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso."<ref>Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; ''Semantica e comunicazione'', 35.</ref> Seguire le selezioni semantiche di questi codici sia dal punto della loro ''tematizzazione'' così come del suo contenuto, implica poter considerare la successione e alternanza tra variazione, selezione e stabilizzazione, vale a dire, la evoluzione nella creazione di senso al loro riguardo.</p> | ||
− | La inclusione di questo tipo di materiali sotto la classificazione di ''spiritualità'' potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale de questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste ''varia spiritualia'' coonfrontandole con i discorsi odierni riguardo la ''spiritualità'' potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la contraposizione tra ''religione'' e ''spiritualità''.<br> | + | La inclusione di questo tipo di materiali sotto la odierna classificazione di ''spiritualità'' potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale de questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste ''varia spiritualia'' coonfrontandole con i discorsi odierni riguardo la ''spiritualità'' potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la contraposizione tra ''religione'' e ''spiritualità''.<br> |
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==Alla ricerca della forma== | ==Alla ricerca della forma== |
Revision as of 09:59, 4 May 2024
Qu’est-ce donc qu’une spiritualité? Prise en son principe, comme le terme d'un «retour», elle serait un «esprit» originel, déjà trahi par tout son langage initial et compromis par ses interprétations ultérieures, de sorte que, n'étant jamais là où elle est dite, elle serait l'insaisissable et l'évanescent.[1]
Introduzione
I manoscritti che si integreranno in questa sezione, sono un'opportunità per considerare che lo stabilimento di un ordine, di qualsiasi tipo, presuppone che l'alternativa all'ordine non è il caos ma un altro ordine.
La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, racconta l'evoluzione di una semantica intesa come "l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso."[2] Seguire le selezioni semantiche di questi codici sia dal punto della loro tematizzazione così come del suo contenuto, implica poter considerare la successione e alternanza tra variazione, selezione e stabilizzazione, vale a dire, la evoluzione nella creazione di senso al loro riguardo.
La inclusione di questo tipo di materiali sotto la odierna classificazione di spiritualità potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale de questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste varia spiritualia coonfrontandole con i discorsi odierni riguardo la spiritualità potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la contraposizione tra religione e spiritualità.
Alla ricerca della forma
La materia è una precondizione necessaria per la comunicazione ma essa non comunica, non contiene nessuna informazione. La materia di per sé è muta. Le osservazione dell'oggetto materiale si realizzano in un determinata temporalità. Considerare un oggetto che proviene dal passato è un’azione che si fa a partire da un determinato presente. Così come un testo è tale nella misura in cui è ricevuto da un lettore, allo stesso modo è possibile affermare che l'esistenza materiale degli enunciati è osservata a partire da un sistema sociale, per mezzo di determinate distinzioni.
La riconoscibilità di questi manoscritti, sottoposti al nostro sguardo, riveste un'alta complessità. Si è reso difficile identificare la sua forma, vale a dire i criteri di composizione e selezione del materiale, i possibili destinatari, l'uso e il perchè della sua conservazione durante secoli.
Questi volumi storicamente possono essere collocati nel momento in cui l’ordine gesuitico realizzava un passaggio da un governo preponderantemente centrato nelle persone dei primi fondatori, caratterizzato da un sistema di interazione ripetuto e regolare, a un governo in cui la comunicazione scritta prende il sopravvento.
Il veloce aumento demografico dell’Ordine e la stampa contribuiranno a valorizzare la scrittura come mezzo di diffusione adatto alla costituzione della memoria sociale. La scrittura della propia storia, la confezione di esaustivi regolamenti, insieme ad esortazioni e lettere dei superiori generali, potranno ricondurre la molteplicità degli eventi a una memoria comune e a partire de essa coordinarli e interpretarli. In questo modo, sarà possibile assorbire l’incalzare degli eventi, creare ridondanza, e evitare così la loro dimensione sorprendente. Grazie a questa produzione, favorita dalla tecnologia della stampa, si da inizio a quello che si è denominato l’ administratio spiritualis dell’Ordine. Un sempre crescente numero di comunicazioni manoscritte, lettere di governo e regole, confluiranno nella stampa cercando una stabilità maggiore e la possibilità di raggiungere un maggior numero di gesuiti. Questo passaggio dei manoscritti alla stampa voleva anche riscattare una serie di fonti che già allora cominciavano a formare parte dell’oblio e del conseguente degrado materiale: in membranis scripta delitescunt, così come si afferma in una delle prime edizioni a stampa delle Lettere dei padri generali (1597). Se la stampa assicurerà una maggiore diffusione della comunicazione allo stesso tempo il testo scritto, così diffuso, sarà occasione di una maggiore incertezza in ciò che riguarda la sua interpretazione e ricezione. Questo codice lo si può collocare in questi passaggi epocali.
Manuscripts
- F.C. 777 Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus[3]
- F.C. 1000 Varia Spiritualia (AC 23)
- F.C. 1037 (AC 77)[4]
- F.C. 1055 Miscellanea Ascetica (AC 106)[5]
- F.C. 1139 Directoria exercitiorum spiritualium (AC 129)[6]
- F.C. 1977 Fabri de Fabris, Dell'esaminare la coscienza (autografo); De cordis custodia.
- F.C. 2156 Alphonsi Crocchi Exercitia [Spiritualia] P. Ignatii etc MS (AC 213)
- APUG 1763 De oratione med[...?]
- F.C. 199[7]
- F.C. 409[8]
Editions
Note
- ↑ Certeau, Michel de; Il mito delle origini in La debolezza del credere. Città Aperta, Milano, 2006, p, 52.
- ↑ Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; Semantica e comunicazione, 35.
- ↑ Note manoscritte sul piatto anteriore. La mano cui è attribuito il titolo "Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus" è datata al XVI sec.; la mano cui è attribuita l'annotazione seguente Hoc Directorium est illud quod indicatur littera B. in indice. Sed hoc non est, sicut videtur, originale exemplar, sed est, ut italice dicitur, Copia è, invece, datata al XVIII sec. (Cfr. Directoria, p. 53)Vedi anche Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 53.
- ↑ Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 56.
- ↑ Manus in toto codice est Patris Hieronymi Bencio, ut videtur. Hic est codex usus privati, in quo ille colligebat quae de rebus spiritualibus, praesertim de oratione et meditatione, audiebat vel legebat, et digna conservarentur iudicabat (Directoria Exercitorum Spiritualium, II, Vol 76, Nova Editio 1955 (1540- 1599) v. 2, p. 54)
- ↑ Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, pp. 58-59.
- ↑ Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 52. Codec hic qui ano 1917 alibi erat, descriptus est in MI, Exercitia, pp. 204-205, codex 6, ubi per errorem lectum est primum tituli verbum: Rivisi pro Avvisi. MI, Fontes Narrativi, I, p. 82.
- ↑ Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 52.