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Capone, 19 d�cembre 1602. Bellarmin au P. Carminata.
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Molto R.do Padre mio. Ieri ricevei una sua del 12 di novembre, la quale mi è stata, al solito, di molta consolazione; ma più volentieri vederci la persona sua, e imparerei molte cose, che per lettere non si possono comodamente imparare. Io mi trovo sano per grazia di Dio, ma vecchio sessagenario, e però parendomi d'essere stato chiamato all'ora undecima a coltivare questa vigna, che ora mai era fatta un bosco, mi affretto di fare tutto quello che so e posso, mentre dura questa vita e sanità che non può esser lunga. Ho due padri della Compagnia molto ferventi e buoni, che vanno di continuo per la diocesi, predicando, confessando e insegnando la dottrina; e in vero fanno un frutto grandissimo, massime che non
 
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pigliano niente da popoli, perchè gli provvedo d'ogni cosa; e qua in Capua io predico del continuo con faciltà e spero con frutto, perchè non attendo ad altro che all'utile. Non ho per ora nessuna cosa degna di V.R., perchè aveva cominciato in Roma a scrivere sopra i Salmi, e ero arrivato al 34; ma qua non ho tempo, perchè dalla mattina alla sera bisogna negoziare per i bisogni della Chiesa, e non ho altro che la notte per fare orazione da vero e leggere qualche cosa per predicare, o, per dire meglio, pensare e scrivere; perchè leggo poco o niente; e più mi riesce il meditare la Scrittura per predicare, che il molto leggere. V.R. al solito si umilia e fa bene, ma più lei si umilia, più confido nelle sue sante orazioni, e volentieri combierei il mio stato con il suo. Ita est omnino. Di Capua li 19 di dec.re 1602.
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^ Molto .do Padre mio. Rieri ricevei una sua delli 12 di novem
 
 
 
bre, la quale mi stata, al solito, di molta consolatione; ma pi�
 
 
 
volentieri vederci la persona sua, et impararei molte cose,che per
 
 
 
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stato chiamato all'hora undecima coltivare questa vigna, che hora
 
 
 
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H� due padri della Compagnia molto ferventi e buoni, che vanno di
 
 
 
continuo per la diocese, predicando,confessando et insegnando la d
 
 
 
dottrina; et in vero fanno un frutto grandissimo, massime che non
 
 
 
pigliano niente da popoli,perche gli provedo d'ogni cosa; et qu� in
 
 
 
Capua io predico del continuo con facilt� et spero con frutto,perch
 
 
 
che non attendo ad altro che all'utile. Non h� per hora nessuna co-
 
 
 
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la mattina alla sera bisogna negoziare per i bisogni della Chiesa,
 
 
 
e non h� altro che la notte per fare oratione da vero et leger qual
 
 
 
che cosa per predicare, ,per dire meglio, pensare et scrivere;
 
 
 
perch� leggo poco niente; et pi� mi riesce il meditare la Scrit
 
 
 
tura per predicare, che il molto leggere. V. R. al solito s'humilia
 
 
 
et f� bene, ma pi� lei s'humilia, pi� confido nelle sue sante ora-
 
 
 
tion�, et volentieri combiarei il mio stato con il suo. Ita est om-
 
 
 
nino. Di Capua li 19 di dec^^ 1602.
 
^ 3*
 
 
 
 
R. C. B.
 
R. C. B.
 
[ Rome, Archiv. Postul. Recueil Carminata, lettre 10 ]
 

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Molto R.do Padre mio. Ieri ricevei una sua del 12 di novembre, la quale mi è stata, al solito, di molta consolazione; ma più volentieri vederci la persona sua, e imparerei molte cose, che per lettere non si possono comodamente imparare. Io mi trovo sano per grazia di Dio, ma vecchio sessagenario, e però parendomi d'essere stato chiamato all'ora undecima a coltivare questa vigna, che ora mai era fatta un bosco, mi affretto di fare tutto quello che so e posso, mentre dura questa vita e sanità che non può esser lunga. Ho due padri della Compagnia molto ferventi e buoni, che vanno di continuo per la diocesi, predicando, confessando e insegnando la dottrina; e in vero fanno un frutto grandissimo, massime che non pigliano niente da popoli, perchè gli provvedo d'ogni cosa; e qua in Capua io predico del continuo con faciltà e spero con frutto, perchè non attendo ad altro che all'utile. Non ho per ora nessuna cosa degna di V.R., perchè aveva cominciato in Roma a scrivere sopra i Salmi, e ero arrivato al 34; ma qua non ho tempo, perchè dalla mattina alla sera bisogna negoziare per i bisogni della Chiesa, e non ho altro che la notte per fare orazione da vero e leggere qualche cosa per predicare, o, per dire meglio, pensare e scrivere; perchè leggo poco o niente; e più mi riesce il meditare la Scrittura per predicare, che il molto leggere. V.R. al solito si umilia e fa bene, ma più lei si umilia, più confido nelle sue sante orazioni, e volentieri combierei il mio stato con il suo. Ita est omnino. Di Capua li 19 di dec.re 1602. R. C. B.